Accademie Hermetiche Kremmerziane Unite
TRADIZIONE E SCIENZA
SCIENZA E NUOVA SACRALITA’ DEL COSMO
Scrive Kremmerz in “La Porta Ermetica” – Ed. Mediterranee – p. 21: “ Magia, che sarebbe prettamente classica, suona male a molti orecchi che aborrono l’antico, specie perché della parola se ne è abusato.
Sostituiamola con due parole che la spiegano, chiamiamola scienza integrale. Integrare significa rendere intiera o perfetta. Integrazione è il metodo complementare per rendere la scienza, che ufficialmente si insegna nelle università, completa con lo studio e la conoscenza delle forze latenti nella natura e nell’uomo. Quindi scienza integrale della natura obiettiva, magia naturale, e scienza integrale umana, che è la magia divina, perchè risveglia ed esercita e sviluppa in noi gli attributi che l’ignoranza ha finora attribuito agli dii.”
Kremmerz tentò, agli inizi del XX secolo, in pieno sviluppo di una scienza prettamente materialista e meccanicista che toglieva ogni aspetto di sacralità alle forze dell’universo, la creazione di una Scuola Integrale Ermetica, italica. Tale tentativo riuscì in parte, in quanto le verità tradizionali, in assenza di un appoggio da parte della scienza ufficiale, deviarono in settarismo e misticismo, che in molti casi fomentarono non la crescita spirituale ma personalismi egoici.
Oggi, dopo secoli di scienza meccanicista, è sorta una nuova visione scientifica delle leggi dell’Universo, che consente una visione integrale della realtà.
Questa visione integrale (che ricorda la Scienza Integrale del Kremmerz), anche se accettata ed anzi originata dalla scienza ufficiale d’avanguardia, non fa ancora parte della visione comune dell’umanità, che continua a percepire il mondo circostante come qualcosa di separato da sé stessa e costituito da materia “dura” e con correlazioni tra le parti esclusivamente meccaniche.
Ervin Laszlo, nell’Introduzione al suo ultimo testo “Risacralizzare il Cosmo - per una visione integrale della realtà” – Ed URRA – p. VII, scrive: “ La parte più avanzata della scienza contemporanea si trova di fronte a un’evidenza di grande portata: l’universo, con tutto ciò che contiene, è un tutto coerente e quasi vivente. Tutte le cose sono in esso collegate. Tutto ciò che accade in un luogo accade anche in altri luoghi; tutto ciò che è accaduto in un dato punto del tempo accade in tutti gli altri istanti. E le tracce di tutte le cose accadute perdurano; niente è completamente evanescente, niente di ciò che c’è oggi scomparirà mai del tutto domani. L’universo non è fatto di cose e di eventi separati, di spettatori esterni e di uno spettacolo impersonale. Si tratta di un’intero, di un tutt’uno. A differenza del mondo despiritualizzato della fisica classica, esso non è frammentato in cose materiali e nei domini disgiunti della vita e della mente. La materia (cioè quella ‘roba’ fatta di particelle raggruppate in atomi raggruppati in molecole raggruppati in cellule raggruppate in organismi) non è un qualcosa di separato, e non ha nemmeno una propria realtà. Sebbene appaia solida, in fin dei conti la materia è energia legata in pacchetti d’onde quantizzate, e questi pacchetti sono ulteriormente legati fra loro a creare la vasta e armoniosa architettura che costituisce il mondo. L’idea diffusa secondo cui tutto ciò che esiste nell’universo è materia, e che tale materia fu creata nel Big Bang e che scomparirà in un Big Crunch, è un errore colossale. E la credenza secondo cui quando conosciamo la materia conosciamo tutto (credenza comune sia alla fisica classica che alla teoria marxista) non è altro che un sofisma. Punti di vista del genere sono ormai definitivamente superati. Questo universo è più sorprendente di quanto scienziati classici, ingegneri e marxisti abbiano mai ritenuto possibile. E la sua connessione, la sua unità sono più profonde e più totali di quanto gli scrittori di fantascienza abbiano mai potuto concepire.
La recente scoperta dell’unità dell’universo è frutto di ricerche approfondite, basate su osservazioni e messe alla prova tramite esperimenti. Essa fornisce una visione del tutto diversa del mondo rispetto all’immagine meccanicistica, materialistica e frammentata insegnataci a scuola. Un cosmo connesso, coerente e unito, che richiama un antico concetto presente nella tradizione di ogni civiltà; un cosmo nuovamente impregnato di spirito.
La risacralizzazione del cosmo come un’unica entità coerente e integrale proviene dalle più recenti scoperte delle scienze naturali, ma il concetto di base non è nuovo: al contrario, è antico quanto la civiltà. Nelle epoche passate la connessione e l’unità del mondo erano note a uomini-medicina, sacerdoti e sciamani, a veggenti e sapienti, e a tutte le persone che avevano il coraggio di guardare al di là del proprio naso mantenendo una dimensione d’apertura verso ciò che avrebbero visto. A ogni modo, si tratta del genere di comprensione personale e non verificabile (anche se certa oltre ogni dubbio) che si ricava dall’esperienza mistica, religiosa o estatica. Ora, nel primo decennio del ventunesimo secolo, scienziati innovatori che operano alle frontiere della scienza stanno riscoprendo la natura integrale della realtà. Essi spostano le esperienze private dal dominio dell’intuito non verificabile al regno della conoscenza pubblica verificabile e interpersonale.
La visione emergente della realtà è più di una teoria, e coinvolge non soltanto gli scienziati. Essa ci avvicina più che mai all’atto di sollevare il velo della percezione sensoriale e di comprendere la vera natura del mondo. Si tratta di una riscoperta felice anche per la nostra vita e il nostro benessere, che convalida qualcosa che abbiamo sempre sospettato ma che in tempi moderni non potevamo esprimere (né ci abbiamo provato, se non nel ruolo di poeti o di amanti). Questo ‘qualcosa’ è un senso di appartenenza, di unità. Siamo parte gli uni degli altri e della natura; non siamo estranei nell’universo. Siamo parte coerente di un mondo coerente; né più né meno di una particella, una stella o una galassia. Soltanto che noi siamo una parte cosciente del mondo, esseri attraverso cui il cosmo può conoscere se stesso. Questa comprensione costituisce una solida base per il recupero di un significato più profondo della vita, e per un nuovo, più affidabile orientamento in questo passaggio cruciale della storia.
Possiamo vivere il nostro pieno potenziale come esseri coscienti: possiamo arrivare a conoscere il cosmo nuovamente spiritualizzato. Ciò non è soltanto possibile: non è nemmeno particolarmente difficile. Oltre le deduzioni complesse e l’astrusa matematica delle nuove scienze, il concetto di base di un universo coerente, collegato e integrale è semplice e pieno di significato; anzi è bellissimo. Quando lo facciamo nostro, torniamo dove i nostri padri e i nostri antenati sono stati prima di noi. Ma ci torniamo con una sicurezza più grande di quella che avevano loro. I settori più avanzati della scienza ci dicono che non ci stiamo illudendo: viviamo in un universo integrale e intero, e ne facciamo parte. Siamo a casa nel cosmo.”
Oggi, in questo inizio di millennio, la scienza e la spiritualità, divise e separate da preconcetti e da deviazioni, possono nuovamente incontrarsi, per giungere a quella Scienza Integrale, di cui fa cenno il Kremmerz, e che era alla base delle grandi civiltà passate, che hanno conformato la cultura dei popoli.
A tal proposito scrive ancora Ervin Laszlo - “Risacralizzare il Cosmo - per una visione integrale della realtà” op cit, p. 111: “ Nonostante le ricerche di una vita di molti scienziati-filosofi per trovare un’unione tra le esperienze e gli esperimenti su cui si basa la scienza e le intuizioni alla base della spiritualità, è sempre stato difficile trovare un terreno comune tra le due discipline. Almeno fino a dieci, quindici anni fa, quando la scienza ha cominciato a scoprire che il cosmo non è dominio di pezzettini di materia inconscia che si spostano in uno spazio passivo e vuoto. Essa ha iniziato a riconoscere che l’universo è un sistema dinamico, quasi-vivente e in autoevoluzione, interconnesso e integrale a tutti i livelli e in tutti i domini. Ora ha cominciato a riconoscere che questo sistema conserva e porta in sé non soltanto energia, ma anche informazioni. E quando poi si riconoscerà che la coscienza è fondamentale nell’universo quanto l’energia, e più fondamentale della materia. [...] Un cosmo impregnato di coscienza e informazioni, interconnesso e in evoluzione integrale è un cosmo nuovamente spiritualizzato. Esso fornisce il terreno necessario non soltanto per l’incontro e il dialogo tra scienza e spiritualità ma […] per la loro riunione.”
Con tali presupposti ha operato ed opera un numero significativo di personalità della cultura e della scienza contemporanea.
Riportiamo alcuni estratti dei loro articoli, che sono integralmente esposti in “Risacralizzare il Cosmo - per una visione integrale della realtà” op cit:
Stanley Krippner – Professore di Psicologia presso il Saybrook Graduate School and Research Center, San Francisco, California, USA – e Brian A. Conti, fondatore della BAC Gems Company di West Greenwich, Rhode Island : “ La nozione secondo cui tutto è in qualche modo collegato per via sottile a tutto il resto è effettivamente molto antica. A ogni modo, dal punto di vista della scienza contemporanea essa è relativamente nuova. Essenzialmente è questa la proposta del concetto del Campo A [campo subquantistico che trasmette e conserva le informazioni, introdotto da Ervin Laszlo ed altri scienziati – nota di FDA], unita all’idea che la coscienza sia l’essenza di tutto l’essere. Per parafrasare il fisico Sir James Jeans, spesso sembra che l’universo sia strutturato più come una grande mente che come un regno fisico. Questa visione implica il fatto che la materia sia più un pensiero che una sostanza inerte e senza vita, e che anche una roccia possegga una qualche coscienza. Questo modo molto antico di guardare la vita dell’universo sembra risolvere anche i paradossi introdotti dalla moderna fisica quantistica. Sembra che la scienza stia finalmente bussando alla porta della spiritualità, idea alquanto entusiasmante. […] Un giorno gli scienziati potranno scalare i picchi della comprensione umana e saranno accolti dai mistici e dai veggenti che li attendono da lungo tempo. Il fatto stesso che la scienza contemporanea stia effettuando ricerche in aree di confine con la spiritualità, e che la fisica quantistica e altre scienze avanzate stiano risolvendo enigmi e paradossi, indica il sopraggiungere di un’epoca in cui sia coloro che hanno un’inclinazione spirituale che coloro che sono propensi alla scienza potranno apprezzare il Campo A.”
Elisabet Sahtouris – biologa evolutiva, autrice, docente e consulente aziendale, insegnante presso il MIT e la University of Massachusetts, partecipante al programma MBA sulla sostenibilità delle imprese del Bainbridge Graduate Institute: “ La base assiomatica del mio modello è formata dalla coscienza come inevitabile campo dell’esperienza umana, e dalla realtà umana […] come somma totale di tutta l’esperienza umana. Questa base sostituisce l’assunto fondamentale di un universo oggettivo e senza vita in cui la vita accade per caso. La vita è definita come un processo intelligente, evolutivo e autorganizzante, invece che una raccolta di entità biologiche che si evolvono per una serie di casualità in un universo senza vita. Perciò la vita è vista come il metabolismo naturale auto-creante e riciclante o come il processo del cosmo stesso. Ciò fornisce la struttura per proporre una nuova Scienza integrale con un modello di vita coerente e in evoluzione in quanto espressione autorganizzante del campo cosmico della coscienza, che Laszlo chiama Campo A, Bohm definisce Ordine Implicito, e altri fisici ZPE o ZPF (campo d’energia del punto zero).”
Christian De Quincey – Professore di Filosofia e Studi sulla Coscienza presso la J.F. Kennedy University: “ Come ebbe inizio tutto questo? Dove stiamo andando? E come? All’inizio, si dice, non vi fu inizio. Poi, da nessun luogo e da nessun tempo, l’universo materiale esplose nella creazione tramite ciò che i moderni cosmologi definiscono Big Bang. Dal ‘nulla’ nacque l’universo. Ma poiché lo scaturire di qualcosa dal nulla è logicamente assurdo, abbiamo bisogno di rivedere la nostra comprensione di ‘nulla’ per capire ciò che le tradizioni spirituali definiscono ‘vuoto pieno’, quello che la scienza moderna chiama campo di energia del punto zero. Unendo questi concetti, Laszlo ci offre la nozione di un Metaverso semi-eterno o magari del tutto eterno.
Parlandoci del Metaverso, Laszlo si riferisce alla fonte dell’universo manifesto, che comprende informazioni e coscienza oltre che energia. Il Metaverso dà vita all’intero spettro della realtà: il mondo delle entità fisiche (fisiosfera); il mondo dei sistemi viventi (biosfera); il mondo delle informazioni (infosfera); oltre alla ‘noosfera’, il mondo della mente e delle creazioni immaginative; e, forse, la ‘teosfera’, il mondo delle anime e degli spiriti.”
Ralph H Abraham – docente di Matematica presso la University of California di Santa Cruz: “[…] I pionieri della resurrezione spirituale hanno dalla loro un enorme dinamismo. Utilizzano i concetti della nuova matematica sacra: la teoria delle catastrofi, la teoria del caos, le biforcazioni, le reti neurali, i sistemi con dinamiche complesse, l’emergenza, la complessità, i modelli basati su agenti e così via, per formulare ed evolvere le loro idee.
Questi nuovi sviluppi della matematica computazionale forniscono gli strumenti per modellare e simulare campi universali di informazione senza l’assunzione di campi di energia fisica e di strumenti di comunicazione specifici. Per tutte queste ragioni, crediamo che l’anima del mondo stia ora rinascendo dalle ceneri di ipotesi inadeguate, come l’universo a orologio meccanico. Nella nostra cultura postmoderna emerge un rinascimento della cosmologia premoderna, man mano che l’ormai marcia miseria del paradigma ricevuto dalla scienza moderna si trasforma in letame.”
Jane Goodall – ricercatrice presso il Parco Nazionale di Gombe, in Tanzania e fondatrice del Jane Goodall Institute: “ Nell’entrare nel ventunesimo secolo, spiritualità e scienza paiono sviluppare un nuovo rapporto. […] Una parte del recente pensiero della fisica, della meccanica quantistica e della cosmologia sta unificandosi in un nuovo credo secondo cui l’Intelligenza si è evoluta nella formazione dell’universo, per cui c’è una Mente e uno Scopo dietro ogni cosa, animando dall’interno la nostra esistenza. Ed è questa volontà che infine ci permette di realizzare appieno il nostro potenziale umano, per guarire le ferite inflitte in modo che potremo ancora una volta sentirci a casa nel cosmo rispiritualizzato.”
Questa è una breve panoramica sul fermento che si sta sviluppando all’interno dei più avanzati studi scientifici e all’interno dei più illuminati ambienti culturali.
Forse è giunto il tempo per realizzare quanto Kremmerz ipotizzava ne “La Porta Ermetica” – Ed Mediterranee – p. 19 - 20: “ Io sono lo spirito del tempo e parlo della ricerca della verità nella scienza umana con la liberalità che il criterio moderno consiglia. […] E dico che col buon senso italico, con quel buon senso mediocre che tutti posseggono, la via giusta, spoglia di ogni settario proponimento, deve essere additata ai ricercatori del vero. Filosofi parolai, e scienziati di limitati sensi indagativi, devono far posto ad una scuola razionale di cultura che indicherà la via alla massa perché segni il limite in cui il filosofo deve fondersi allo scienziato e camminare alla conquista della verità pro salute populi.”
FDA
Accademia Kremmerziana Patavina