Il Grande Ordine Egizio
IL GRANDE ORDINE EGIZIO
E
L’EGITTO “ARCANO”
“ […] Evocherò ancora una volta l’ermetismo: è certo che né la teoria né la pratica dell’ermetismo hanno nulla di sacro in senso assoluto. Ma ciò che permetterebbe la realizzazione effettiva di ciò che propone la teoria e che cerca la pratica questo è sacro. Il sacro è necessariamente fuori dal tempo e dallo spazio, non può essere che la funzione, considerata come Potenza in sé, fuori dall’oggetto che la manifesta. Così la forma, la definizione, la specificazione – cioè i simboli della funzione – la evocano, ce la rendono sensibile, e questa funzione, che non conosciamo che per evocazione, è sacra.”
R.A. SCHWALLER DE LUBICZ
“Hommage a l’ariditè sensuelle de l’Empire des Maitres dominateurs de l’animalitè humaine, qui se perpètuent par l’Esprit, dans l’Esprit, hors du Temps, paraissante et disparaissant aux yeux des homes, sans nom, n’importe où et partout.”
R.A. SCHWALLER DE LUBICZ
Molto si parla, si discute, si dibatte sull’esistenza di un Grande Ordine Egizio, da cui sarebbe scaturito il Grande Oriente Egizio, come forma massonica, ed il Grande Ordine Osirideo Egizio, che avrebbe inoltre dato origine e posto sotto la propria protezione la Fratellanza T+M+ di Miriam, creata dal Kremmerz.
Molti si arrogano diritti di successione, vantando bolle di riconoscimento, più o meno spurie, timbri, lettere, archivi più o meno nutriti.
Ma il Grande ed Eterno Ordine Egizio non vive sul piano terreno, si può solo incarnare se l’epoca ed il substrato lo consentono, assumendo la forma del tempo e del luogo.
L’Egitto storico fu la più precisa di queste incarnazioni.
Questo, oggi, si è dimenticato, o si è voluto dimenticare, nella foga arrogante di vantare supremazie.
Ma il vero ermetista sa che il contatto, l’iniziazione al vero Grande ed Eterno Ordine Egizio può avvenire solo se, in se stessi, si origina quel preciso stato d’essere, che permette al separando di entrare in contatto con le vere Intelligenze dell’Ordine. Tale contatto è estremamente concreto ed il legame con l’Ordine indistruttibile, al di là di bolle, timbri od altre “figurine”, non degne di una tale Sacralità.
Scrive Hahajah: “E qui termina la terza operazione ostensibile, dopo la quale Maestro e Novizio escono dal laboratorio alchimico, muti come vi sono entrati. Essi si separano immediatamente con la tacita promessa del Novizio di rivedersi quando il suo IBI avrà messo le penne e gli consentirà di tornarvi col proprio volo, ‘UNICO MODO DI RIPRESENTARSI PER IL RICONOSCIMENTO RITUALE’, con diritto ad assistere al finale dell’Opera per essere consacrato Maestro Ammoneo nel Sinedrio Eterno dell’Or. Os. Eg. “
Schwaller De Lubicz, grande studioso della Tradizione e dell’Egitto considerò due livelli di significato per l’Egitto stesso:
E Domenico Lombardi, Benno, sotto lo pseudonimo di Belfegor scrive:
- “Il rosso, il fuoco, le ceneri che volano facilmente al vento, l’uccello purpureo, il rogo, la resurrezione e gli Elisi, sono tutti ingredienti, procedimenti e risultati di operazioni alchemiche, che si praticano in un recondito CENTRO, ove lo 0 è la Fiamma, lo 0 è l’Orifiamma e lo 0 è la Sfinge; del quale Centro potrebbe dirsi, come per l’Araba fenice, ‘che vi sia ognun lo dice, ove sia nessun lo sa.’
Cotesto CENTRO ricorre, tuttavia, frequentemente nelle incaute, malconsistenti e fin troppo riconoscibili ostentazioni di versatissimi millantatori. E viene tirata in ballo perfino l’accertata sede topografica, variabile su tutti i quarti e mezzi quarti della rosa dei venti, a seconda che alla nuova coprocrazia dell’occulto piaccia spostare la sua instabile residenza.
La Fenice, invece, ne indica l’ubicazione UNICA E SICURA, ed i suoi decifrabili connotati stanno a dimostrare che non bisogna rivolgersi al pizzardone stradale per rintracciarla,perché i Numi non si farebbero tanto facilmente sorprendere a simposio da estranei non muniti del biglietto d’invito.
Nel simbolo della FENICE stanno la chiave e la parola di passo per comunicare con l’OCCULTO SINEDRIO, la cui Gerarchia NON SI ESTRANIA DAI SUOI DIPENDENTI ED E’ LA SOLA DOMINANTE.
Pertanto, chi non sia un venditore di fumo, o uno dei tanti ciarlatani che infestano noiosamente l’approccio ai confini del sacro recinto, ha il dovere di invitare i preparati a non rivolgersi vanamente all’oriente o all’occaso, ma a stabilire il proprio indistruttibile contatto.
Allora soltanto sapranno se trattisi di un cavo transatlantico o di un filo della tessitrice Aracne, avranno risposta ai loro molti pensieri che, sotto l’aspetto di iridate farfalle o di notturne falene, vanno sciamando intorno ai consapevoli, e capiranno pure perché fanno una grandissima pena.”
Giustiniano Lebano scrive inoltre: “ La voce ‘Egitto’ in arcano non era intesa per quel luogo geografico comunemente conosciuto. La voce Egitto è pimandria di Aig-Ipt-Os. Spiegate le varie voci con l’ermeneutica s’intendeva ogni Urbe Arcana collegata alla vasta fascia dello zodiaco urbico dell’universo arcano. Egitto quindi è voce arcana che spiega: il Mondo Arcano. E gli Egizi furono detti i Subcostituiti.”
Pertanto Urbe Arcana, di cui l’Egitto geografico fu, in una determinata epoca, l’esplicazione e manifestazione fisica : ecco l’importanza dello studio dei documenti da esso prodotti.
Anche Hahaiah scrive: “Affermo che soltanto una minima dose di quanto sono andato esponendovi da un anno a questa parte l’ho avuta per diretta istruzione di cui sono il pappagallo. Ma il resto mi è venuto dalla pratica, come verrà a voi, e ne ho trovato conferma non solo in testi autorevoli ma nella autorità dei fatti, il che mi lascia supporre che, in determinate condizioni di vibrazione animica, ci si mette nel rapporto, per omologia, con un centro realmente esistente, quel centro di incerta topografia a cui allude il Kremmerz, da cui scaturiscono le idee assolute.
In base a questa cognizione, rinnegando la quale penso che si debba rinnegare tutta la teoria magica-alchimica, io ritengo di smetterla di fare il papasso e di lanciare ciascuno di voi, ormai in possesso di tutto il necessario, alla propria iniziativa, affinché si sviluppi conformemente alla propria volontà.”
Quindi Grande Ordine Egizio come essere vivente, definibile come Eggregore.
Dai lavori delle Accademie Kremmerziane traiamo quanto segue: “Per specificare ancora meglio cosa sia un Eggregore diciamo che esso è costituito ad immagine dell’uomo e cioè:
- da un solare: Archè o Idea eterna, che ne è lo spirito;
- da un mercuriale: legame o veicolo creato dal Pontefice;
- da un lunare: costituito dall’anima collettiva dei membri, da cui riceve o dà impulsi per mezzo di un’osmosi psichica;
- da un saturniano: costituito dalla catena iniziatica.
In questo schema troviamo le due componenti dell’Eggregore: quella trascendente – esterna all’uomo - consistente in un’influenza superumana e spirituale, da confrontarsi con il concetto di Shekinah o di Barakah, che discende nel dominio individuale, esercitando la sua azione, mediante la componente collettiva - inerente all’uomo – nella quale prende il suo punto d’appoggio.
Non bisogna quindi confondere il senso orizzontale da quello verticale dell’Eggregore.
Il collettivo, in tutto ciò che lo costituisce, non è che un’estensione dell’individuale e non ha, in rapporto a questo, niente di trascendente; la partecipazione ad un collettivo può perciò essere solo una specie di allargamento dell’individualità.
Non è quindi in quanto semplice collettività che bisogna considerare un’ Organizzazione Iniziatica; essa svolge la sua funzione, in quanto depositaria di qualcosa che è sopraindividuale e trascendente rispetto alla collettività: cioè un’influenza spirituale, di cui ha assunto la conservazione e la trasmissione.
Sulla base di quanto detto, possiamo distinguere l’Eggregore iniziatico dalla manifestazione della psiche collettiva, in quanto quest’ultima è prodotta solo dalla componente inerente all’uomo.
Mediante l’iniziazione l’individuo ottiene un’integrazione virtuale nella Catena; se la saprà rendere effettiva, questo aggancio consentirà la sua entrata nel circuito eggregorico.”
- Considerata la situazione di dispersione degli attuali Osiridei, alcuni dei quali autoproclamatisi “Unico Legittimo Successore della Scuola Kremmerziana e dell’Ordine Egizio”, denigrando gli altri e vantando la propria “legittimità” sulla base del numero di documenti – “figurine” – in proprio possesso, è da ritenersi che oggi, all’inizio del 3° Millennio, non sia presente una Gerarchia Visibile del Grande Ordine Egizio Eterno ed Invisibile.
- È evidente che tale situazione di dispersione ed immaturità non consente l’”incarnazione” del Grande Ordine Egizio e pertanto ognuno isolatamente percorre la propria strada, con la finalità di essere in grado di attivare il proprio indistruttibile e singolo contatto con le Alte Intelligenze Invisibili della Gerarchia dell’Ordine Egizio.
Al di là dell’opera singola di ciascun iniziato, che fa “evolvere” il proprio separando per ottenere “con il volo” il proprio indistruttibile contatto con l’Ordine, oggi può essere il tempo per preparare una “reincarnazione” del Grande Ordine Egizio.
Per far questo, oltre al continuo lavoro su di sé, è necessario esaminare tutto il materiale della Tradizione, con particolare attenzione a documenti originali Egizi.
A tale proposito l’Egitto va inteso come punto di riferimento e di sincretismo della “Tradizione Primordiale”.
Il Grande Ordine Egizio, come “Ta-Meri” – Terra Magnete (nome dell’Antico Egitto) – viene posto sotto l’autorità della Saggezza Egizia.
La Saggezza Egizia rappresenta un insegnamento simbolico perfetto, che giustifica, assieme alla conoscenza della situazione dell’Egitto sulla Terra “ad immagine del Cielo”, la pretesa di essere il ‘magnete della Luce’.
Dovrà essere previsto lo “studio delle basi simboliche dell’insegnamento dei Saggi, quali si ritrovano nei loro testi, nelle loro rappresentazioni e nella loro architettura. […] L’Egitto non costituisce tuttavia lo scopo degli studi […], ma è solo un esempio che permette di dimostrare la possibilità di affrontare i problemi essenziali secondo un orientamento di pensiero più saggio, e di prendere in considerazione l’insegnamento delle diverse Tradizioni.
Lo studio sui documenti originali egizi deve consentire di ricostruire il “contesto operativo”; sarà infatti possibile inserire solo in questo contesto le istruzioni, le ritualità e le tecniche operative, giunte fino ad oggi attraverso il Grande Oriente Egizio, l’Ordine Osirideo Egizio, la Tradizione Ebraica e la Cabala, derivate dalla Tradizione Egizia, ed attraverso le altre espressioni della Tradizione Unica (quali ad esempio Tradizione Tolteca, Taoismo, Tantrismo, Alchimia Metallurgica e Spagiria), dopo averle esaminate, confrontate con i Testi egizi, filtrate e “ripulite”; solo così le tecniche non saranno più una semplice lista di ricette inutili e dannose, ma operazioni vitali ed evolutive.
Si procederà inoltre, con tale finalità, alla riunificazione degli Archivi dispersi della Tradizione, da cui si evinceranno le pratiche tradizionali tramandate nei secoli.
In questo modo, anche in questa epoca, il Grande Ordine Egizio potrà porsi come punto centrale e anello di congiunzione fra l’oriente e l’occidente e fra l’antichissimo e il meno antico.
Solo allora sarà possibile far rivivere il messaggio puro dell’antica Saggezza Egizia, esprimendolo in un linguaggio moderno, scientifico e privo di misticismi.
Così potrà essere riportato in Terra ed in manifestazione l’Eterno Grande Ordine Egizio, scaturigine ed ordinatore del Grande Oriente Egizio, sua manifestazione sotto veste massonica, dell’Ordine Osirideo Egizio, sua manifestazione osiridea, della Fr+ Tm+ di Myriam, sua manifestazione isiaca.
FDA
Accademia Kremmerziana Patavina