Osiride nei misteri egizi
Con il termine Misteri, vanno intese tutte quelle rappresentazioni, anche sceniche, che venivano presentate in pubblico, velando insegnamenti che potevano invece essere svelati solo ad iniziati, in grado di poterli comprendere.
Nel leggere quanto di seguito viene descritto, bisogna sempre ricordare che si tratta di simboli, che cercano di rendere reale la possibilità di percepire il ‘mondo delle cause’, o meglio cogliere il ‘fenomeno Moto-Vita’, che si colloca nel concreto Spazio-Tempo solo nelle sue manifestazioni, ma non nella sua ‘Essenza Reale’ , che invece si trova ad un diverso livello di comprensione, il vero ‘esoterismo’.
I simboli, le parabole, le metafore, le allegorie, i Misteri cercano di far sorgere nel discepolo un senso di confondimento con il concetto vivente.
Tutto questo avviene molto meglio nel Silenzio, evitando il più possibile domande a ‘maestri esteriori’. Il Mistero, come il simbolo va vissuto nel proprio interiore.
Nell’Antico Egitto si celebravano i Misteri di Osiride.
In una stele della diciottesima dinastia (circa 1500 a.C.), conservata a Parigi, Osiride viene così definito: “Signore dell'eternità, re degli dei, dai molti nomi, sacro delle creazioni, occulto di forme nei templi, il cui Ka è venerato.”
Dall’esame delle rappresentazioni documentali giunte fino a noi, è possibile affermare che il tema fondamentale affrontato in questi Misteri era quello della continuazione della vita.
In essi si mostra come una morte definitiva non esista, ma piuttosto esistano mutamenti di stato, presenti in ogni fase di un processo originario, che si rinnova con continuità: dal seme al frutto e di nuovo al seme.
In alcune rappresentazioni si vede il Re stesso che taglia il grano con un falcetto d’oro e tale azione viene indicata essere rappresentativa della fase della morte di Osiride. Questa fase infatti richiama lo smembramento di Osiride ad opera di Seth.
Le rappresentazioni della semina vengono indicate come simbolo per la sepoltura di Osiride e nello stesso tempo per la fecondazione di Iside – la Terra – da parte di Osiride – il seme di grano.
Nella terra, al buio, misteriosamente, avvengono processi di decomposizione e trasformazione.
Nel “Libro di ciò che è nella Duat” si dice che è nel “tumulo di Sokaris”, nel profondo delle tenebre, che l’uovo dello Scarabeo (Khepri) si trasforma in baco, per poi diventare crisalide.
Sia nel regno vegetale, che in quello animale, un nuovo embrione può apparire solo dopo la distruzione totale della precedente forma.
È estremamente interessante notare come nel regno vegetale avvenga poi una polarizzazione, dopo la putrefazione del seme: il germoglio cresce e si innalza verso la luce, mentre le radice si insinua sempre più profondamente nella terra.
È proprio all’idea di germinazione che viene collegato il concetto di rinascita o resurrezione di Osiride.
Il concetto della rinascita di Osiride veniva anche rappresentato in un rito pubblico, che vedeva l’innalzamento della Colonna Djed. Questa colonna è ornata da quattro capitelli ed è molte volte sormontata dal disco solare o da un piumaggio o da una corona.
Lo Djed disteso al suolo rappresenta la morte di Osiride, mentre il suo innalzamento ne rappresenta la rinascita o resurrezione. Il Re, i Sacerdoti e tutto il popolo partecipavano a questa rappresentazione, mimando anche la battaglia tra Osiride e Seth.
Il rinnovamento della vita, rappresentato da Osiride, si ritrova anche nella Festa del Sed. In tale Mistero, il Re si rannicchiava all’interno della pelle di un animale, ponendosi in posizione fetale, come se si trovasse nuovamente nel grembo materno, rappresentato dal Cielo Nut.
I termini con cui veniva definita la pelle animale hanno tutti per significato “luogo del divenire, luogo della trasformazione, luogo della nascita e del rinnovamento della vita.”
Anche durante la Festa del Sed veniva innalzata una Colonna, che non era più il Djed, bensì un obelisco.
Sul soffitto del tempio di File sono rappresentate Selkis e Duait mentre ricompongono il corpo di Osiride, smembrato da Seth. Esse “ricostituiscono lo scheletro, purificano la carne, riuniscono gli arti disgiunti, risuscitano la salma e richiamano la sua anima.”
Quindi Osiride, nei Misteri, veniva rappresentato come colui che dopo lo smembramento, la distruzione delle forme del proprio precedente essere, poteva rinascere a nuova vita, libero, luminoso, cosciente.
FDA
Accademia Kremmerziana Patavina