La conoscenza iniziatica
Su cosa sia la conoscenza iniziatica molto si sente disquisire nelle cosiddette “Scuole esoteriche”, che si presentano al giorno d’oggi in diverse forme e sotto molteplici ‘etichette’.
A chi si rivolge all’insegnamento Kremmerziano, come viene tradizionalmente svolto nelle Accademie Hermetiche, credo sia utile approfondire quanto scriveva anni addietro Gastone Ventura.
Nei nostri Archivi infatti abbiamo ritrovato uno scritto di questo ermetista iniziato, dal titolo “Mentalità Tradizionale e Tradizione Ermetica”, che apparve su “Vie della Tradizione” – Palermo – anno non precisato.
Da tale scritto, abbastanza ampio, riportiamo alcuni brani, che chiariscono cosa si intenda per insegnamento iniziatico e quale debba essere l’atteggiamento di chi si pone su questa strada di conoscenza.
Scrive Gastone Ventura: “Diceva Arturo Reghini: ‘Chi pretende una conoscenza iniziatica adattata ai suoi gusti, alle sue credenze, agli umori suoi, o è in buona fede ed è un illuso, o è in mala fede. Comunque non è, né può essere un iniziato.’
La perentorietà – e veridicità – di questa affermazione deriva dal fatto che, come dice Geber nella sua ‘Summa’, ‘lo spirito è pieno di fantasia, e passa facilmente da un’opinione a un’altra affatto contraria: ovvero perché non sa precisamente che cosa vuole né a che deve determinarsi.’
Queste incertezze e queste ‘fantasie’ derivano in gran parte dalle fantasiose e spesso false dottrine di cui abbiamo innumerevoli esempi nella letteratura cosiddetta esoterica, metafisica, misterica; dottrine che, a dir il vero, di esoterico o metafisico hanno gli argomenti, ma che tradizionalmente sono mere invenzioni o, nella migliore delle qualifiche, errate interpretazioni o soggettivi sviluppi di teorie di cui non si è compreso l’autentico significato.
In proposito è opportuno sottolineare un altro punto fondamentale. Mi avvalgo delle parole di Agrippa, prendendole da uno dei suoi testi ermetici: ‘La chiave non si trasmette con gli scritti, ma sed spiritui per spiritum infunditur, ossia si infonde nello spirito per mezzo dello spirito.”
Questo brano va letto con estrema attenzione, tanto più nei nostri tempi, nei quali le “fantasie esoteriche” vengono facilmente propagandate attraverso internet e nei quali si cerca una via iniziatica per riequilibrarsi, senza ricordare che chi si presentava alla porta del Tempio doveva essere sano, sotto tutti i punti di vista. Al Tempio venivano ammesse persone già in perfetto equilibrio, per potersi poi sviluppare verso l’ulteriore umano, non certo persone disadattate e squilibrate, che confondono una via iniziatica con salotti culturali o sedute psicologiche.
Continua Gastone Ventura: “In tempi come i nostri in cui, correntemente, si chiamano tradizionali usi, costumi e argomenti della generazione precedente, non si può pretendere che uomini adusi a una cultura asservita a mode, interessi commerciali e industriali, questioni politiche e pretese sociali, possano distinguere fra tradizione reale e quello che usualmente si indica con tale parola. La nostra educazione umanistica, poi, tendente a considerare tutto ciò che il classicismo ci ha conservato come un coacervo di miti e leggende da interpretarsi in senso ‘naturistico’ e, quindi, umano, ha creato in noi un substrato di nozioni dal quale difficilmente possiamo separarci. Siamo quindi portati a considerare la tradizione classica (che è già una tradizione alterata) nel suo significato letterale, tanto più alterato dalle imperfette traduzioni, dalle interpretazioni soggettive, quando non da quelle determinate da interessi cosiddetti filosofici o religiosi, o di altro genere. Abbiamo, in altre parole, perduto il senso del simbolo, che ha rappresentato nell’antichità l’unico mezzo di trasmissione dei fatti salienti di una civiltà, e che racchiude in sé significati metafisici che riescono sempre più difficili da penetrare alla mentalità moderna, condizionata dalle scoperte scientifiche, dai bisogni voluttuari della civiltà dei consumi, dalla propaganda politica, dalle mille e mille suggestive ma bugiarde teorie che riducono l’esoterismo (come lo si intende oggi) a scuola occultistica di carattere ciarlatanesco, così come han ridotto la Kabbalah all’interpretazione dei sogni in funzione del gioco del lotto.
Come si può pretendere di assurgere a iniziati quando non si sa ancora distinguere se la scienza ermetica ha per suo scopo la reintegrazione dell’uomo in senso trascendente o se, invece, mira a una sua affermazione fisica, e quindi in senso discendente, attraverso la distillazione dell’elisir di lunga vita nella sua qualità di ‘magico liquore’?
Come si può affermare di ‘sapere’ se non si riesce a separare il denso dal sottile, le visioni materiali e cioè quelle del visibile da quelle dell’invisibile; se non si comprende ciò che vuol dire stato di veglia e stato di sonno, e si adattano questi termini ai bisogni materiali del riposo e dell’azione?
[…] Si potrebbe continuare a lungo ad enumerare gli errori nei quali si incorre – quando non si è in mala fede – per l’abitudine o la smania di ricorrere a interpretazioni moderne e antitradizionali, religiose, scientifiche, umanistiche o ‘culturali’, confondendo irrimediabilmente gli elementi che le compongono, creando così un polpettone che può esser tutto quello che si vuole fuorché qualcosa di tradizionale e, tanto meno, di esoterico tradizionale.
Tutto questo discorso porta a una sola e unica conclusione: per ragionare tradizionalmente, per capire cos’è tradizionale e cosa non lo è, per essere in grado di distinguere il vero dal falso in senso esoterico, per entrare giustamente nel significato dei simboli, è necessario farsi una mentalità tradizionale. Senza di essa non è possibile intraprendere la via iniziatica né, tanto meno, pretendere di voler insegnare altrui. Naturalmente, quando si parla di via iniziatica si intende qualche cosa di superiore e non certo una trasmissione. Si deve ciò sottolineare, perché oggi si crede […] che basti una cerimonia con tante parole, qualche lume, un paio di fumigazioni e un certo senso di mistero per diventare iniziati. E poi – siccome l’iniziazione si fa generalmente per gradi – si ritiene che con una nuova cerimonia, passando da un grado a un altro superiore (per via di votazioni, di raccomandazioni, di denaro o altro) si acquisti maggior sapere e anche la capacità di insegnare agli altri.
A coloro i quali credono che questa sia l’iniziazione, ritengo opportuno dire […] che l’acquisizione di un grado di iniziazione non può esser concessa da nessuno, ma si conquista da se stessi: consegue a ciò che i gradi concessi da chi si illude o pretende di aver il potere di farlo non rappresentano in nessun modo l’acquisizione di una maggior conoscenza in campo iniziatico o tradizionale e, quel che più conta, di avvicinamento alla realizzazione, ma sono – nella migliore delle ipotesi – soltanto un incarico, quando non sono un’espressione di ottusa condiscendenza e di sciocca vanità da parte di chi il grado concede. E chi il grado riceve e non capisce una cosa tanto semplice o è in mala fede come chi il grado gli ha conferito o è uno sciocco patentato, ammesso che di questa patente abbia bisogno.”
Più avanti il Ventura chiarisce ancora meglio cosa sia la Tradizione. Tale brano va letto con attenzione, perché molte volte si cerca una ‘tradizione’ fatta a proprio uso e consumo.
“La tradizione non cambia mai; la tradizione non accetta compromessi, non si adatta ai tempi e ai luoghi. E se vi si adatta per necessità di linguaggio e di intendimenti diversi o, come può succedere, per ragioni di religione o di politica, lo fa per velare e spesso per ri-velare la verità che da essa trapela a colui che lungo la via sanguigna, la memoria e il pensamento, ne coglie il significato reale.
[…] Le teorie, i discorsi e le dissertazioni scientifiche e di tanti altri settori dello scibile umano cambiano con l’avvicendarsi dei tempi e delle scoperte, mentre la tradizione – vale ripeterlo – non cambia mai, altrimenti non sarebbe tradizione.”
Lo Studio della Tradizione, per acquisire una mentalità tradizionale che ne consenta la vera penetrazione, segue, per Gastone Ventura, un processo che egli paragona alle fasi alchimiche. Ecco la sequenza, per poter affrontare lo studio vero della Tradizione.
“Cerchiamo di applicare al nostro modo di pensare le operazioni dell’Ars Regia.
Rinunciare, far morire e putrefare tutto il nostro bagaglio pseudo-culturale, religioso, scientifico e con esso l’abitudine di considerarlo come verità acquisita, liberando così, dalle nostre meningi e dalla nostra coscienza, lo spirito grossolano dell’io individuale personalizzato (proprio della corporeità plumbea o della specializzazione) fino a render inerti le parti fisiche della nostra memoria e del nostro pensamento (Prima sintesi).
Completa putrefazione della nostra mentalità antitradizionale, e volatilizzazione dello spirito sottile profondamente nascosto nella nostra memoria primordiale, annullando, fino a farle completamente morire, le parti fisiche della nostra memoria e del nostro pensamento (Seconda sintesi).
Purificazione del volatile, cioè dello spirito sottile estratto dal profondo della nostra memoria primordiale, attraverso la sua uscita dalle nostre meningi, nelle quali deve lasciare come morta ogni traccia di influenza delle questioni che non interessano (Scelta delle dottrine).
Immersione della nostra mente nella ‘luce’ così prodotta, e conseguente resurrezione della memoria e del pensamento in veste perfettamente tradizionale (Analogia della seconda sintesi con le dottrine tradizionali).”
Il giorno in cui un uomo avrà realizzato questa opera di studio “vedrà le cose in modo assai diverso da come le vedeva prima e da come continueranno a vederle i suoi simili; comprenderà quelli che sembrano oscuri enigmi, saprà la verità che si nasconde sotto ai miti, potrà decifrare immediatamente i simboli. E tutto questo potrà fare senza tema di errare e senza il pericolo d’esser tratto in inganno dai falsi profeti o da coloro che – in buona fede – imboccarono una via sbagliata. Avrà così conquistato una mentalità tradizionale.”
Circa l’uso di riti e preghiere, che di fatto vengono utilizzati nelle Accademie Hermetiche Kremmerziane, Gastone Ventura si esprime nel modo seguente: “Alla tecnica indicata per la realizzazione della mentalità tradizionale si possono unire opportune preghiere, scongiuri e riti che, compiuti in periodi determinati i quali mirano a creare o favorire particolari condizioni fisiche o cosmiche, possono determinare eventuali situazioni favorevoli al compiersi di certe operazioni. È però necessario intendersi: non si tratta di preghiere in senso mistico – come molti erroneamente potranno ritenere – né di scongiuri che faranno scendere gli arcangeli o fugheranno i demoni o viceversa – come agli occultisti piace dare a intendere – ma di tentativi di agire sui nostri sensi nascosti, con lo scopo di vincere quanto di atavico è rimasto in noi durante i cicli della caduta umana. […].”
Quanto sopra esposto va sempre tenuto presente e fatto presente a chi si avvicina ad un percorso ermetico, quale quello Kremmerziano, per evitare fraintendimenti, che potrebbero portare a delusioni e cadute successive.
FDA
Accademia Kremmerziana Patavina