Le due voci
Nella vita di uno studioso e praticante di ermetismo, se ha avuto la costanza e la forza di seguire e interpretare la pratica in maniera ortodossa, viene sempre il momento in cui compare una seconda voce che gli parla di cose separate dal "mondo" e che qualche ermetista ha chiamato il Cristo loquente. Si realizza, cioè, quello che dice Rupescissa: "Se la umana ampolla che pare di una sola vessica costituita non si separa in doppia vessichetta, onde una sia judice dell'altra, non potrai credere che la Pietra sia in vista del pellegrino". Tale manifestazione non è mai improvvisa, non si tratta della tanto declamata "illuminazione", ma piuttosto di una lenta e continua creazione di un doppio che tende a prendere il comando dell'essere completo.
Ed è qui che ha inizio il conflitto che rischia di far naufragare tutte le speranze e le aspettative del ricercatore, perché si tratta di un conflitto acerbo, duro, spossante che può determinare la vita o la morte del sé, da un punto di vista iniziatico, e che potrà risolversi in modo soddisfacente soltanto se egli sarà in grado di fondere i due richiami in un unico intento volto al suo ascenso. Se ci pensiamo, anche il più puro tra gli ermetisti ha avuto, nel suo passato, un periodo di vita più o meno spensierata e godereccia, un comportamento dettato dal suo Saturno e dalla sua passiva adesione alle consuetudini del mondo. La voce del Cristo loquente è, al principio, lieve e sporadica, proveniente da un luogo profondo e remoto del sé, tanto che il ricercatore quasi non vi fa caso e la prende per un capriccio della sua fantasia o del suo corpo lunare, e a volte può essere effettivamente così; si tratta di una voce che l'uomo solitamente non sente più, perché ha permesso all'altra voce, quella del mondo e della ragione che si nutre di importanza personale, di impossessarsi del suo essere, scacciando o facendo tacere l'altra voce. Però, se egli continua imperterrito nella sua pratica, questa seconda voce acquista sempre più volume fino a diventare un imperativo che non può restare inascoltato. L'ermetista si chiede se debba o no dare retta a tale voce ed è a questo punto che inizia il vero conflitto tra il mondo e il Cristo loquente. Compaiono, dapprima, le sirene: tutto quanto il ricercatore ha praticato nel suo periodo di vita allegra si ripresenta tentandolo e cercando di riportarlo su quella strada da tempo abbandonata; gli inganni che tali sirene sanno mettere in pratica sono innumerevoli e molto abbaglianti e spesso hanno il sopravvento, con la conseguenza che il ricercatore miseramente ricade nelle sue vecchie abitudini. Se cede a questo punto, probabilmente per lui è finita, perché potrà riprendersi soltanto ricominciando da capo, riconoscendo di aver gettato al vento un numero variabile di anni di lavoro, cosa che pochi sono disposti a fare. Se, viceversa, resiste e non cede completamente alle lusinghe delle sirene, ha la possibilità di far parlare più chiaramente e di ascoltare la sua voce più profonda.
Che cosa gli dice, questo suo doppio? Ciò che dice non può essere uguale per tutti gli esseri, perché ciascuno ha la sua storia e un suo io storico personale, ma se il ricercatore, anziché ritenere di essere arrivato alla meta o perdersi nel suo ego, presta attenzione e segue quanto percepisce a livello sottile, questa voce lo consiglierà e lo guiderà con i suoi suggerimenti nella difficile ricerca dei sentieri da seguire per tentare di realizzare, per quanto gli è possibile, il suo intento.
Hahasiah