Le due vie dell'evoluzione
L’evoluzione personale presuppone che colui che intende evolvere compia il primo e più importante passo di prendere coscienza della vita, questo immenso e spesso vorticoso fiume nel quale la gran parte dell’umanità si trova immersa. Se la corrente ti trascina, tu non vivi la vita, tu non la possiedi ma è essa che possiede te, che ha il predominio sulle tue azioni, sui tuoi pensieri, sulle tue aspirazioni e non si può diventare un Mosé, un salvato dalle acque, se prima non si capisce e non si apprende come dominare questa corrente, questa massa di sensazioni alla quale gran parte degli esseri soccombe, spesso coscientemente e volentieri. Per imparare a vincere le acque, a dominare il serpente, e a separarsene esistono due vie, comunemente dette via isiaca o mistica; e via osiridea o solare o iniziatica: più tranquilla e spesso piacevole, quando ci si abbandona nelle sue spire, ma anche più lunga e non sempre fruttuosa la prima; estremamente dolorosa la seconda, ma anche molto più rapida.
La via mistica risulta più facile perché la persona demanda la propria evoluzione a qualcosa o qualcuno al di fuori del suo essere e che viene da alcuni chiamato maestro, da altri rito o pratica, da altri ancora spirito, santo o dio. Da questa entità estranea a se stessi si aspetta l’illuminazione, la grazia, la salvezza con poco o nessun impegno da parte propria se non quello di ascoltare e imitare il maestro, di praticare il rito, o di adorare il santo o dio. Via passiva, dunque, mentre ci si lascia trascinare dalle acque, ci si lascia incantare dal serpente.
La via solare, che si identifica con la via alchemica, è molto più dolorosa perché essa comporta non soltanto la dominazione di tutte le passioni e la completa separazione da esse, ma anche un continuo lavoro di rettifica su se stesso, la continua lacerazione del proprio essere intimo, la morte in ogni successivo grado di evoluzione conquistato necessaria per poter rinascere, come la Fenice, ad un nuovo e più avanzato grado di coscienza. Se l’Adepto a volte si abbandona a queste passioni, lo fa con lo scopo cosciente di saggiarne e utilizzarne le forze.
La scelta di una o dell’altra via quasi sempre dipende da ciascuno di noi e solo in pochi casi dalle circostanze. Conosco persone che hanno sofferto, pianto e cercato per trovare la via iniziatica e conosco persone, più d’una, che pur avendo avuto la fortuna di individuarla, l’hanno abbandonata per tornare alla via mistica, forse a causa di loro incapacità a percorrere la via solare o forse perché a ciò spinti da ignoranti consiglieri o, anche, perché hanno trovato più comodo, più riposante delegare ad altri la loro evoluzione, nella sciocca illusione che ciò sia possibile.
Chi intende seguire la via osiridea deve sapere e tenere sempre presente che niente gli può venire dall’esterno, che il maestro è in lui e soltanto in lui, che una mano tesa la può trovare nel fratello più avanzato, ma deve anche sapere che da lui non avrà mai niente che egli stesso non sia in grado di trovare, di capire e di fare proprio.
Hahasiah