Fermare la mente

UN ESERCIZIO PER FERMARE LA MENTE

Potenze svincolate da spazio e tempo pulsano seguendo il loro ritmo, nel fluire cadenzato della sostanza in eterno movimento che ha fatto ammattire più di un cervello umano.
Dalle stelle all’atomo, dalle stagioni alla vita dell’uomo, dai giorni di pace a quelli di aspre battaglie, un’unica forza ripete identica se stessa, che a guardarla nel suo complesso ci si sente colti da vertigine, da senso d’impotenza o, tutt’al più, da un immobile stupore.
Nessun passo umano ha mai varcato questa soglia ignota dell’investigazione della Natura senza “perdere la ragione” in favore di una più elevata facoltà intellettiva, che sia in grado di penetrare in silenzio l’essenza delle cose, senza dar vita a quel continuo dialogo interiore fatto di pensieri caotici, desideri contraddittori e giustificazioni prive di qualunque intrinseca coerenza, il cui unico fine è quello di mantenerci qui, immobili, così come siamo, e tuttavia potendo continuare a lamentarci del luogo in cui ci troviamo.
Il primo obiettivo per poter accedere a questo Intelletto è quello di far tacere ogni dialogo interiore e acquistare, per gradi, un certo controllo sulla nostra mente, per farla divenire non già padrona della nostra esistenza, ma terreno fertile per la nostra opera.
Il metodo è semplice: si prenda un desiderio X. Le prime volte si tratterà di un desiderio semplice, come mangiare una fetta di torta. Si scelga ora un arco di tempo Y, che possiamo determinare in 2 ore.
Ebbene, trascorse le due ore senza pensare assolutamente alla torta, la si potrà mangiare; ma ogni volta che si sbircerà l’orologio per controllare quanto manchi al soddisfacimento del desiderio, e ogni volta che si penserà in qualunque modo alla torta, le due ore ricominceranno a scorrere.
Di volta in volta, il desiderio scelto sarà più complesso e il tempo di due ore potrà allungarsi, fino a comprendere l’arco di diversi giorni, fino a raggiungere le nostre brame più feroci e far sì che tutto il nostro essere sia interessato ad avere successo nella disciplina della mente.
Questo esercizio, d’altra parte, ha anche un più profondo significato: soltanto quando riusciamo a non desiderare qualcosa e a diventare neutrali rispetto ad essa, possiamo concedercela; noteremo in questo senso che il godimento è del tutto diverso dal piacere incontrollato derivante dal vizio.
Poco a poco, potremo usare questa tecnica anche per tenere a bada preoccupazioni di vario genere e per rendere tersa e pulita la nostra mente.
Ciò faciliterà, in particolare, i successivi lavori sul silenzio, sull’immaginazione e sul magnetismo radiante che discende dallo stato d’essere così ottenuto.
Analogicamente a quanto accade nell’accensione del fuoco fisico, infatti, anche in questo caso è necessario creare una frizione tra due bastoncini, affinché la forza cinetica generi calore fino a un punto critico, in cui la scintilla divampa in fuoco: nel nostro esempio, i due bastoncini sono la brama e la fermezza, dal cui incontro si genera la forza.

Iehuiah