Lo specchio d'acqua

Il trucco c'era, ma ben nascosto. Nei gas sotterranei e in leve nascoste, in piccoli fori che trapassavano la pietra e facevano filtrare la luce come in una visione, nell'eco delle mura disposte geometricamente, il trucco c'era, il sacerdote sorrideva impercettibilmente... e le masse, incantate, assistevano alle cerimonie dell'oracolo.
Così in molti liquidano la questione.
La profezia sicuramente fu anche un modo per tenere nell'incantesimo la folla, un po' come lo è oggi la televisione... ma nessuno può negare, specialmente adesso che la scienza sta facendo passi molto interessanti in questo campo, che la chiaroveggenza, la preveggenza e in genere le facoltà psichiche latenti dell'uomo siano una realtà... ma fino a che punto?
Quanto siamo ancora ancorati alle superstizioni e quanto sentiamo invece la catena della razionalità scientifica?
Se esiste una via di mezzo tra le due, forse è lì che si può trovare risposta.
Il miracolo esiste, o è solo l'applicazione naturale di una legge che ignoriamo?
L'invasamento di un Nume è un breve momento d'isteria o l'apertura di una soglia inconsueta?
Lo specchio d’acqua… esercizio spesso frainteso. Porta sospesa tra i mondi. Quante volte ho fissato l’acqua chiedendomi cosa dovesse accadere. Cosa dovessi aspettarmi. Io stessa non capivo quello che facevo. Dicono che dovresti vedere la stanza avvolgersi nel buio, e poi iniziare a “vedere” altro. Eppure questo è il fenomeno ottico. Ascolto spesso racconti immaginari di “viaggi astrali”, in cui il presunto viaggiatore galoppa con l’immaginazione vantandosi di vivere incontri ravvicinati del terzo tipo. Vantandosi di vedere il suo corpo nel letto mentre lui va a spasso per la città. Non mi fa nemmeno più ridere la cosa. Mi chiedo perché quando non si comprende qualcosa si debba sforzarsi d’inventarla. Dopo molti anni ho capito che quella soglia non è esteriore e non è un’illusione ottica. Non è una visione immaginaria, quella che si cerca: bene, e che altro dovrebbe essere?
 Un essere in armonia con l’oggetto che cerca d’esplorare entra in contatto con l’Intelligenza dell’oggetto stesso.
Ciò che vedi in te, vedrai intorno a te. Ciò che in te domini, dominerai fuori di te. Tutto ciò che ami, potrai essere. Con questo stato d’animo ci addentriamo nei reami rarefatti dello specchio d’acqua.
Antiche leggende sono giunte fino a noi, di polle sacre e visioni tra le increspature dell’acqua… oracoli e veggenti, avvolti nella nostra immaginazione dalla bruma del mattino, da un’atmosfera suggestiva che tutto rende possibile. Ma qui, dinnanzi allo Specchio, nella nostra stanza, quell’antica suggestione scompare: eccoci a fissare la polla, come aspettando che qualcosa accada, dubbiose e scettiche tutto d’un tratto… e in questo modo, nulla accadrà.
La profonda identità tra il subconscio e l’elemento acqua è l’appiglio per questa esperienza, da condurre con dominio e abbandono, come se l’Essere si sdoppiasse nella parte che viaggia tra i mondi e quella che rimane vigile, in ascolto.
Chiudi gli occhi: non vedi quella luce che muove la sostanza impalpabile? Non vedi le onde sinuose, le scie lucenti danzare nel buio illusorio?
In un bacile d’acqua cristallina perdi lo sguardo, fissando l’impercettibile moto: la stanza si farà scura come notte profonda. Svaniranno le luci dei lumi accesi dietro lo specchio; svanirà una vita intera abbandonandoti al flusso, ma fermo nel dormiveglia lascerai che le onde lievemente ti accarezzino, che le maree bacino la tua pelle immobile e dormiente. Lascia che accada, e se nessuna domanda si affaccerà alla soglia del pensiero, non tornerai indietro dal tuo viaggio cadendo nel corpo. Nel buio scorgerai d’improvviso una danza lievissima, come di ombre e luci, come di serpi innamorati su un ramo: osservala e procedi oltre, nel buio più fitto, dove la tua coscienza è soltanto un punto. Ed ecco nella Rosa germogliare la Soglia dei mondi.
Ma cosa distingue questa visione suggestiva dal semplice “guardare la polla” senza nulla scorgere? È lo stato d’essere con cui tu ti approcci, con cui educhi il tuo corpo sottile a sentire, a vedere, a lasciarsi cullare dalla suggestione, dai riflessi, dai profumi avvolgenti: tutto sembra studiato per invitare la mente alla danza, una mente individuale che tenta di esplorare un campo più vasto, impalpabile e magico, senza sapere davvero che cosa l’attenda oltre la soglia. La differenza è sottile, infinitesimale: vigilare e abbandonarsi al tempo stesso.
Da quel punto di vita senziente, ciò che vorrai conoscere domanda che venga in te: sii la cosa stessa, conosci per Identità. Risuonerà la muta parola nello spazio nero e infinito, e l’orecchio attento udirà sorgere dalle profondità burrascose la marea che ha chiamato a sé, come una scia luminosa.
Sentirai qualcosa cambiare nella tua stessa invisibile sostanza, e scoprirai di trovarti ad occhi chiusi dentro la sostanza di ciò che desideri intimamente conoscere: non aprire gli occhi, o vedrai svanire nel fumo l’incanto e ti troverai a fissare l’acqua dalla quale sei partito… non accendere il lume per vedere il volto di Eros, piccola Psiche: ad occhi chiusi, nel buio, lui ti amerà in silenzio.
Esplora invece la sostanza in cui ti trovi, senza timore d’illuderti. Cerca parole per descriverne la sensazione, come Adamo diede il nome alle cose.
Ecco come agisce il viaggiatore dei mondi per compenetrare la natura di ciò che vuole conoscere.

Iehuiah

Accademia Kremmerziana Patavina