LA MISSIONE - 1
L’umanità sembra essere una razza estranea al pianeta Terra: a differenza delle altre specie, che si accontentano di ciò che la natura offre loro, l’uomo soffre di una spinta verso la scoperta di nuove tecnologie e nuovi mezzi per vivere, arrivando addirittura a creare forme del tutto inutili per la sopravvivenza come l’arte, la musica, la danza e la filosofia.
Ecco, l’uomo soffre di un male chiamato immaginazione, genio o ispirazione, che lo spinge a desiderare intensamente che ciò che vede nella sua mente diventi realtà.
Ciò che l’uomo concepisce in sé e non esiste in natura, egli vuole vederlo in atto.
È così che i filosofi di ogni tempo, i religiosi e i magi concepirono l’idea di una missione, che appartiene nel profondo a un individuo: essi ritenevano che questa ispirazione o genio provenisse all’uomo dal contatto con altre intelligenze, che risiedono nei mondi invisibili agli occhi.
Sempre essi hanno parlato di un Nume, di un Angelo o di un Daimon che aleggia accanto a ogni individuo portando consiglio. Kremmerz dice, a sua volta, di questo Essere con cui si entra in contatto, che "alcuni lo chiamano genio, altri angelo, altri dèmone": poco importa come chiamiamo gli abitanti di questo "mondo invisibile" (che io, comunque, credo siano più d'uno); poco importa perfino se siano reali o se siano proiezioni personali di forze dell'uomo ad oggi sconosciute, che per manifestarsi allo stesso individuo debbono passare attraverso meccanismi di "sdoppiamento di personalità". Poco importa perché, su un altro piano, non v'è altro che l'Identità, quindi non ci interessa nemmeno stabilire se tali forze siano in noi o fuori di noi. Ciò che conta, è la loro natura.
Le scuole iniziatiche di tutte le epoche hanno teorizzato l’esistenza di alcuni tipi speciali di esseri umani, chiamati per una particolare intensità del loro fuoco a entrare in contatto più profondamente con queste potenze. Tali persone – gli iniziati – sarebbero "destinate" o "addestrate" a diventare dei centri d’irradiazione di una forza imponderabile ed evolutiva che va a beneficio dell’umanità.
Questo speciale tipo di persone accudisce in sé questa forza tramite un contatto personalissimo con un "mondo invisibile" (che, spesso, nemmeno loro si spiegano fino in fondo), ma che è la fonte della loro più profonda ispirazione.
Senza quasi avvedersene, in principio, l’individuo viene “guidato” nella conoscenza di sé fino a sperimentare qualcosa di profondo, fino a intuire un particolare raggio di "Verità" e concepire un suo particolare e personalissimo mondo ideale.
Di lì, l'idea della creazione.
Le voci misteriose che si sentono in sé e che conoscono gli eventi che devono ancora verificarsi; i sogni lucidi, in cui creature misteriose s’intrufolano e mostrano una via o una vibrazione che sentiamo ci appartiene profondamente; le visioni di un mondo ideale e i più reconditi e irrealizzabili desideri; tutte queste cose, non sono altro che manifestazioni del corpo lunare che inizia ad entrare in contatto con i raggi di luce mercuriale.
È l’avvento della missione.
Mano a mano che l’astrale si bagna in questa luce spirituale, il desiderio si fa via via più concreto, acquista in potenza, nascono le aspirazioni a voler vedere con questi occhi di carne la visione che fa respirare l’anima.
Mai sappiamo con esattezza chi sia o cosa sia quella forza imponderabile che c’immerge nella corrente di una vibrazione pura: forse, non è altro che la sublimazione di noi stessi partorita dall’Opera (così, almeno, direbbero gli alchimisti) e che si fa loquace. Come ho detto sopra, ciò ha poca importanza: c’è chi discorrerà con gli spiriti, chi sognerà e chi semplicemente mediterà.
Ciò che conta è che questa vibrazione, con cui entriamo in contatto attraverso i modi più disparati, appartiene profondamente alla nostra essenza: non attireremo mai qualcosa di estraneo o incompatibile con il colore della nostra anima, e tante sono queste vibrazioni quanti sono gli individui nei mondi.
Vi sarà così chi sentirà d’improvviso il desiderio di danzare: concepirà la danza come unico mezzo per manifestare la beatitudine dell’anima. Può essere che una persona del genere si iscriva a diversi corsi di danza per affinare la tecnica, ma a un tratto sentirà che la danza, così come viene insegnata, è un’arte vuota che appartiene soltanto al corpo. Allora, la sua visione la porterà a fondare una nuova scuola, una nuova scienza basata sulla danza come forma d’estasi e di avvicinamento ai mondi spirituali. Così, senza avvedersene, quell’anima avrà iniziato la sua missione terrena, portando in manifestazione qualcosa che prima non esisteva e che è pregno del suo genio e del suo Nume.
Lo stesso potrebbe dirsi per lo scienziato, la cui mente inizi a spaziare nel concetto di tempo e che riceva un’illuminazione sull’ordine del mondo, illuminazione talmente grande da necessitare di essere condivisa per creare una nuova branca della scienza.
Personalmente, credo quindi che la missione individuale non necessariamente si identifichi con una missione salvifica e che non necessariamente ogni individuo risvegliato sia un Messia con il compito di fondare una nuova religione o un nuovo ordine iniziatico: l’evoluzione delle coscienze passa attraverso diversi colori e ciò che siamo “destinati” a compiere potrebbe non avere a che fare con il portare a perfezione una vibrazione sacerdotale.
Questa personale convinzione mi deriva dal fatto che, mentre in epoca moderna esistono ben pochi tipi di culti, nel senso che tutti gli ordini esistenti sono di stampo “celeste” e ritengono che per realizzare se stessi ci si debba allontanare dal mondo e dedicarsi alla meditazione o alla preghiera, in passato tutte le attività umane rivestivano valore sacro: la scrittura, la danza, la scienza delle misurazioni e dei numeri, l’astronomia, financo il commercio, la navigazione e la produzione di birra erano considerati sacri. Così, esistevano ordini sacerdotali preposti a consacrare ognuna di queste attività e raggiungere la perfezione in una di esse significava aver compiuto la propria opera in terra. In una società ideale, quindi, non esiste soltanto un’attività umana che rivesta carattere iniziatico e gli individui dovrebbero poter realizzare il loro essere e compiere la propria opera in ogni campo d’azione, applicando a tale sfera del sapere un atteggiamento che è proprio dell’iniziato.
Chiunque rechi in sé la fiamma pura della passione è quindi oggetto di uno speciale richiamo a creare o perfezionare un campo del sapere e a incarnare così una vibrazione pura, che avrà un suo raggio d’azione e di contagio nella società.
Normalmente, diamo poco peso a questi richiami e a questi stati d’ispirazione, perché quando iniziano a manifestarsi sembrano irrazionali, non concreti, inutili farfalle che inseguano una luce senza nome. La luce mercuriale è in effetti inafferrabile e incomprensibile nel suo tenue e subitaneo baluginio. Inizia a manifestarsi delicatamente, come un formicolio quasi ansioso o una spinta a dover comprendere qualcosa, ed è spesso accompagnata da uno stato di fermento del corpo lunare e da una strana irrequietezza che non sappiamo dire cosa desideri o dove voglia condurci.
Per quanto possiamo spremerci le meningi, non ne veniamo a capo, e d’improvviso la fiamma torna al silenzio.
Ecco: quando questo stato, questo “prurito”, si sveglia, siamo totalmente impreparati ad addestrarlo.
Ma nei templi antichi - e nelle tradizioni moderne che seguono la loro scia - erano tramandate speciali pratiche per aumentare dolcemente il fuoco e ridurre progressivamente la distanza tra l’uomo e i mondi invisibili, sicché lentamente il loro linguaggio diviene comprensibile e si fa più chiaro, perché la mente acquista lucidità e il pensiero si fa più veloce, fino a sfiorare quelle altezze.
Il segreto dei templi non fu che questo: avvicinare gli uomini agli dèi, rendendo l’individuo un calice puro per ricevere e incanalare la Luce attraverso il raggio che gli è proprio.
Non vedete come i riti aumentino progressivamente d’intensità e come al rito quotidiano e lunare seguano i riti di primavera, che richiedono un maggiore impegno, e a questi seguano poi i fascicoli evocatori, in cui all’operatore è dato spaziare attraverso le vibrazioni, potendo individuare quella a lui più familiare?
Non è finita la via, dopo questo: il cammino isiaco non è che un avvicinamento e un Bignami per esplorare un Universo più vasto, fatto della materia dei sogni, che all’uomo è dato di visitare quando il suo corpo lunare sia sufficientemente purificato da non attaccarsi emotivamente a ciò che vede ma di rimanere saldo, in se stesso, mentre vive la più incredibile e meravigliosa delle esperienze: la danza estatica con le potenze che tessono la vita.
Non fermatevi, per l’amore che portate a voi stessi, sulla soglia del tempio.
Non fermatevi all’idea degli sciocchi, che vogliono adoperare queste potenze per il proprio tornaconto personale e non allontanatevi quando sentite un formicolio fastidioso attirarvi verso una luce incomprensibile: non è che l’avvento della vita spirituale.
Lasciatevi guidare nella condizione estatica dell’esistenza e acconsentite a diventare un ponte tra il mondo sottile e la terra.
Il potere esiste per una ragione.
Questa ragione è divinizzarvi nella vostra vibrazione, rendendovi partecipi della vita universale attraverso una missione individuale.
Ogni individuo sano di mente sa perfettamente che non è possibile creare il mondo ideale che si concepisce; ma sa anche che, forse, è possibile nel proprio piccolo diventare un Microprosopo, ossia manifestare nel mondo ciò che si è visto nell'intimo: non c'è altra o più nobile ragione per vivere questa vita, che tentare quest'opera.
Oggi viviamo in un tempo propizio e io credo che molti possano accedere a una dimensione pura, che in passato era appannaggio di pochi. Io sogno un tempo in cui queste conoscenze non saranno più segrete e discorreremo insieme in un altro linguaggio, che nessuno oggi rammenta più.
Oggi siamo ancora in pochi, troppo pochi, a parlare quella lingua.
Eppure, allo stesso tempo, sentiamo di dover ricostruire i templi che sono caduti: ricostruirne di nuovi che non cadranno più, perché non apparterranno a pochi ma investiranno ogni campo del sapere.
Non volete prendere parte a tutto questo?
Iehuiah