Il guardiano della soglia – monito ai curiosi

Zanoni è famoso soprattutto a causa del commento di Bornia e De Guaita (l'enfant prodige che pubblicò la trilogia del Serpente della Genesi a soli 21 anni) che porta il titolo di "Guardiano della Soglia". Più o meno nello stesso periodo Steiner, nella sua opera L'iniziazione, descrive il piccolo e il Grande Guardiano della Soglia, contribuendo a creare una figura ancora controversa nella dottrina esoterica.
Zanoni è frequentemente sottoposto ad aspre critiche tra cui l’essere la rilettura romanzata del Magus di Barrett e il tentare di porre un freno al misticismo che causò la famosa “introduzione” alla seconda edizione. Questa prefazione, nello specifico, trattava delle origini del libro affermando che esso fu dato da un maestro rosacruciano a Lytton in una lingua ormai morta composta da simboli, e tutta da decifrare. Ma togliendo l’aura di mistero e di leggenda che circonda questo caso editoriale ancora discusso (mistero che potrebbe benissimo risolversi allo stesso modo dell’incipit dei Promessi Sposi, cioè prendendolo come una finzione dell’autore per calarsi nel romanzo), alcune questioni si rivelano interessanti.
Il romanzo sembra una storia d’amore tra Viola e Zanoni, un misterioso alchimista che ritorna a Napoli dopo un secolo: si mormora che i nonni di quelli che adesso sono anziani lo avessero conosciuto, e che non sia invecchiato di una virgola. In realtà, dietro il velo della storia d’amore si sviluppano due storie di Iniziati: uno è Zanoni, l’altro è un aspirante occultista, Glyndon, che vede in Zanoni l’uomo che potrà aprirgli la strada verso la Conoscenza.

I- IL RIFIUTO DEI DONI


Glyndon in effetti non sbaglia: Zanoni è davvero colui che può aprirgli la Via della Conoscenza, affidandolo al suo Maestro, Mejnour, l’Iniziatore che ha trasceso ogni emozione umana e ha raggiunto l’Immortalità. Prima di affidarlo a questo misterioso individuo, Zanoni offre a Glyndon tutto ciò che un uomo desidera: l’amore (nel caso specifico, l’amore di Viola, che rappresenta la donna angelicata), la fortuna, la gloria e il potere.

Sonvi quattro cose, che gli uomini desiderano mentre vivono: l’amore, la fortuna, la gloria, il potere. Io non posso più darti il primo (l’amore di Viola, che Glyndon ha già rifiutato per la Scienza Sacra); gli altri tre sono a mia disposizione...

Glyndon rifiuta ogni dono, per avere accesso alla Via Sacra, ma Zanoni così l’ammonisce: "io non posso rifiutarmi d’iniziarti, ma devo darti un avvertimento. Il desiderio d’apprendere non implica sempre la facoltà d’acquistare la scienza. Io non posso che darti il Maestro. Il resto dipende da te. Sii savio...."

II- GLI INSEGNAMENTI DI MEJNOUR

Addio” continuò Zanoni “la vostra prova ha dunque inizio. La prossima volta che c’incontreremo, voi sarete vittima, o vincitore.

O mio discepolo!” Rispose Mejnour con una voce la cui calma ben s’accordava con le seguenti gelide parole “Il tuo primo compito deve consistere nel ritirare ogni pensiero, o sentimento, o simpatia, dagli altri. Lo stadio elementare della conoscenza è di rendere il Sé, e il Sé soltanto, il tuo studio e il tuo mondo […] Che è dunque per te l’umanità? L’arroganza dell’uomo” continua Mejnour “è in proporzione della sua ignoranza. La tendenza naturale dell’uomo è l’egoismo. L’uomo nell’infanzia della scienza crede che ogni cosa nel mondo sia creata per lui. L’astronomia ha rettificato questa illusione dell’umana vanità. Ecco ora alcuni consigli d’indole morale:
-non ti stupire di nulla
-non affliggerti di nulla


III- LA PROVA DI GLYNDON E IL GUARDIANO DELLA SOGLIA

Finalmente un giorno Mejnour si trovò soddisfatto dei progressi del suo discepolo e disse:
"L’ora giunge in cui potrai oltrepassare la grande ma invisibile barriera, in cui potrai gradualmente affrontare il terribile Abitante della Soglia. […] Io ti lascio per un mese; se al mio ritorno, i compiti che ti ho affidati saranno terminati e la tua mente sufficientemente preparata alla prova, ti prometto che la prova stessa avrà senz’altro inizio. Ti faccio una sola raccomandazione, considerala però un comando perentorio: non entrare in questa stanza! E se per qualche ricerca di materiali necessari ai tuoi lavori non potessi assolutamente fare a meno di entrarvi, evita assolutamente di accendere la nafta nelle lampade e di aprire le fiale allineate su quello scaffale. Lascio la chiave della stanza in tua custodia, allo scopo di mettere alla prova la tua curiosità e il tuo autocontrollo. Bada, la tentazione stessa è parte del tuo esame!" […]

Una prova di volontà e di pazienza, dunque, è ciò che Mejnour chiede all’aspirante.
È notte alta. Tutto tace nel vecchio castello, nulla respira sotto le malinconiche stelle.

È l’ora. Mejnour giunge domani: afferra il momento! Così, con polso fermo, la tua mano apre la porta proibita.

Segue il rito proibito da Mejnour, che Glyndon pone in essere senza tuttavia riuscire a decifrare le ultime righe, cosa che si rivelerà fatale.

Allora, il vano della finestra si oscurò per il sopraggiungere di un nuovo essere a prima vista indistinto, ma che bastò per cambiare all’istante la delizia prima sperimentata in ineffabile orrore.
"Tu sei entrato nella regione incommensurabile. Io sono il Guardiano della Soglia. Colui che difende il varco. Che vuoi tu da me? Taci? Mi temi? Ma non sono io proprio colui che tu ami? Non è forse per me che hai rinunciato ai diletti della tua razza? Mia è la saggezza delle età senza numero. Baciami, o mio amante mortale!"
E l’Orrore strisciò più vicino a lui. Gli giunse a fianco, il suo respiro gli vibrò sulla guancia…
Con un acuto grido, Glyndon cadde svenuto.


Glyndon rimane in stato d’incoscienza, più morto che vivo, e quando finalmente si risveglia,un pomeriggio, nella sua stanza, apprende dal parroco che Mejnour è tornato e, dopo averlo medicato, se n’è andato per sempre, abbandonandolo al suo destino.
Così, nella sua incauta curiosità non rischiarata dalla conoscenza, fallendo nella prova di astenersi dal compiere quanto era stato vietato, Glyndon non perde solamente i doni che rifiutò da Zanoni, ma la stessa Via per la quale fu disposto a fare tanti sacrifici. Sembra che il messaggio di Lytton si rivolga ai curiosi, agli intrepidi profanatori, agli incauti ricercatori dei “misteri” che si avventurino nel mondo invisibile senza il timore e il rispetto necessari, e senza aver compreso dove stiano dirigendo i loro passi. L’incauto, infatti, promette con la bocca ciò che non corrisponde al suo intento e, se può ingannare Mejnour, non può ingannare le potenze che schiudono le porte del mondo invisibile.
Ma cosa sarebbe accaduto a Glyndon se avesse atteso il giusto momento per osare oltre nelle pratiche che non riuscì a decifrare, mosso dalla curiosità invece che dalla conoscenza? Come gli si sarebbe rivelato il Guardiano?
Nello stesso periodo Steiner, ne L’iniziazione, immagina l’incontro dell’uomo col Guardiano della Soglia, il quale gli parla così:

“Fino ad ora su di te dominavano potenze che ti erano invisibili. Operavano in modo che durante il corso delle tue vite passate ogni tua azione buona avesse la sua ricompensa, e ogni tua cattiva azione avesse tristi conseguenze. Attraverso la loro influenza il tuo carattere si è formato col frutto delle esperienze della tua vita e dei tuoi pensieri. Esse determinarono il tuo destino. Stabilirono la misura di gioia e di dolore che ti veniva assegnata in una delle tue incarnazioni, a seconda della tua condotta nelle incarnazioni precedenti. Dominavano su di te nella forma della legge universale del Karma. Quelle potenze abbandoneranno adesso una parte delle loro redini. Parte del lavoro che facevano su di te, devi ormai compierlo da solo. D'ora innanzi nessuno si occuperà più di te. Il lavoro spetterà solo alle tue mani.”

Cosa cela, dunque, il simbolo del Guardiano della Soglia?
Gli autori, se da un lato pongono un monito ai curiosi e ai perdigiorno, dall’altro sembrano in piena coscienza tracciare un confine tra un’esistenza passiva, in cui le forze che dominano l’animo umano vengono subite, e un risveglio posto al termine di un faticoso addestramento, grazie al quale le redini passano dalla forza cieca alle mani dell’aspirante.
Un monito, dunque, che nasconde una promessa: chi con impegno, dedizione e rispetto pone in essere il proprio addestramento, non ha nulla da temere dal Guardiano, il solo che possa schiudere la soglia.

 

Iehuiah