Intuizioni, sogni e altre manifestazioni

I. L’intuizione e le facoltà psichiche

Nella memoria spesso non rimane traccia, se non il simbolo, di ciò che si vive nell’immenso oceano del proprio essere: fugace è l’incomprensibile, inafferrabile quando la ragione cerca di cogliere il frutto proibito.
Penetrante e sottile, il vero Spirito universale che tutto attraversa soltanto l’intuizione lo sa cogliere, guidata dall’Intelligenza che ha ben poco a che spartire con ciò che intendiamo comunemente: per “intelligenza” spesso s’intende una grande capacità logica e analitica, mentre esotericamente essa si manifesta con un profondo silenzio dell’apparato raziocinante e l’emergere di un’ “altra Mente”, più profonda, fulminea e a volte agente per lampi intuitivi difficili da imbrigliare in parole umane. È anzi inutile, se non dannoso, cercare di “possedere” tali lampi luminosi: un’intuizione fatta scendere a livello d’immagine o di linguaggio razionale perde la sua originaria purezza e all’uomo non restano, col tempo, che le immagini che ha elaborato - spesso ricamate di sfumature personali - e le parole che ha associato all’idea percepita. Immagini e pensieri si affrettano così intorno all’intuizione che, nel frattempo, se ne va, cadendo nell’oblio.
È bene, prima di trattare dell’intuizione, distinguerla dalle facoltà psichiche dell’essere umano: quando si parla di chiaroveggenza, divinazione e preveggenza si allude, in primis, a uno stato recettivo dell’essere umano e alle sue applicazioni. Sono in molti, nei più svariati campi di sperimentazione magica e stregonica, coloro i quali tentano pratiche psichiche di questo tipo, con più o meno successo, servendosi a volte di un soggetto passivo in stato di trance. L’esperienza dimostra, però, che suscitare uno stato di suggestione del corpo lunare è cosa semplice, mentre ciò che non è agevole è dirigere questo stato d’essere verso ciò che si vuole conoscere, perché questo presuppone una duplicità nell’operatore: egli deve diventare colui che si abbandona e colui che, al contempo, conserva una nicchia di lucidità per dirigere il suo occhio interiore.
Potremmo dire che, invece, l’intuizione è il pontetra la realtà ordinaria e il Mondo delle Idee: quando, seduti di fronte a un problema matematico, si è incapaci di trovare una soluzione ed essa si affaccia in un lampo della mente; quando, cercando una risposta, improvvisamente “si vede chiaro”; quando si tenta inutilmente di comprendere aspetti oscuri della propria vita e improvvisamente si affaccia un mosaico, naturale nella sua evidenza, che mostra la via da seguire. In tutti questi casi, un’intuizione si è affacciata. Chi ha sperimentato almeno una volta questa “chiarezza mentale” sa che è cosa completamente diversa dal trovare una soluzione logica o razionale: il logorio della mente è qualcosa di stancante, mentre in questi frangenti sembra che la propria mente sia andata a bagnarsi in una luce intellettuale… la stessa che portò Archimede al suo “Eureka!”.
Eccoci dunque in pieno campo magico: questa intuizione è uno stato dell’essere umano che difficilmente viene suscitato nella vita ordinaria, ed è manifestazione dello stato ermetico individuale. Esso agisce per lampi, ascende e discende entrando in contatto col Mondo delle Idee, idee che non sono traducibili dalla mente in un linguaggio conosciuto, appartenendo a uno stato completamente estraneo rispetto a quello dell’apparato raziocinante umano (si parla spesso, appunto, di mente ermetica).
Le varie forme di divinazione sono invece strumenti per suggestionare il corpo lunare e indurlo in sonno magnetico, affinché “veda” una risposta e la traduca in segni, visioni, simboli o in sogno: esso vedrà, ad esempio nel fuoco (piromanzia) profilarsi una visione; oppure leggerà nella disposizione delle carte simboliche la risposta alla domanda del postulante. La Mente invece ascende al reame luminoso e, più che vedere una risposta, entra in contatto con una corrente d’idee a sé affine.
Se infatti questa Mente ha avuto modo di svilupparsi attraverso un’idonea preparazione, se cioè l’uomo ha raggiunto una certa mobilità in conseguenza della separazione delle sensazioni più gravi dalle più sottili e se vi è stata un’apertura mentale, nessuno strumento che faccia da intermediario è necessario: il mago (che qui si rivela degno di questo appellativo) si chiuderà in se stesso e dirigerà il suo occhio interiore, senza bisogno né necessità di tradurre il linguaggio degli uccelli.
È agevole rendersi conto che questo stato di luce mentale non si conquista con sporadici esercizi, essendo la naturale conseguenza di un serio e prolungato processo di purificazione che separi le sensazioni più gravi dalle più sottili, fino a rendere possibile la percezione intuitiva nella sua purezza ed essere in grado di accedere a quello speciale stato d’essere a volontà.
Nel presente scritto, dopo questa introduzione che distingue l’intuizione dalle facoltà psichiche dell’essere umano, si è scelto appunto di trattare due possibili esercizi: il sogno e lo specchio d’acqua. Sono però possibili delle varianti a questo esperimento sullo specchio d’acqua, come ad esempio la piromanzia, la quale si serve del movimento delle lingue di fiamma per raggiungere lo stato recettivo.
Procedendo per gradi in un “allenamento mirato” è infatti possibile non tanto giungere all’intuizione – la quale non è una pratica ma la conseguenza del risveglio dell’Ermete – quanto, se non altro, allenare il corpo lunare a raggiungere quello stato recettivo tramite il quale si possono percepire risposte tramite la visione simbolica o – perché no? – diretta degli avvenimenti.
Non si scoraggi chi tenta perché, come inizialmente ho fatto notare, è semplice portare il lunare a uno stato di suggestione, mentre è molto meno agevole riuscire a dirigere la propria “antenna” dove si vuole e captare, anche per simboli, la risposta corretta. È anche possibile che, tra la richiesta e la risposta, passi molto tempo: questo è dovuto alla maggiore o minore purificazione del proprio corpo lunare. Procediamo dunque per gradi e iniziamo il nostro viaggio dai reami del sogno.

II. Il mondo onirico

Addormentarsi correttamente

Noi sappiamo bene quanta importanza abbia il mondo notturno: molto spesso la preveggenza, la chiaroveggenza e le prime esperienze di lucidità avvengono in quel luogo misterioso e sottile che molti chiamano col nome di “mondo astrale”. La realtà è un po’ più complessa, e come sempre ha a che fare con la sensibilità del singolo individuo.
Come prima cosa, allora, esaminiamo il processo con cui ci si addormenta, per capire da che cosa dipenda l’esplorazione dei vari piani di sogno.
Quando ci addormentiamo, come primo passo istintivamente rilassiamo tutti i muscoli del corpo e assumiamo una posizione comoda che varia da persona a persona. Le posizioni migliori per questo rilassamento pre-dormiveglia solitamente sono quella supina e quella fetale, in cui la schiena non subisce torsioni innaturali come quelle, ad esempio, a cui è costretta in posizione prona con la testa girata da un lato. In particolar modo la posizione supina, con la schiena e la testa dritte, favorisce un dormiveglia profondo e vigile. Quella fetale favorisce l’introspezione, richiamando la posizione del feto nel grembo materno.
Il secondo passo è il dormiveglia, che nelle persone che non vi prestano attenzione è popolato di pensieri, immagini e ricordi delle giornate precedenti. È bene, durante questo processo, mantenere un’attenzione serena, cercando di entrare in profondità dentro di sé; concentrarsi sul respiro, come fosse una marea che accarezza la pelle, dà una sensazione di leggerezza e di sottile espansione dell’energia che circonda il corpo. Questa fase diventa più intensa e più ricca di particolari e di sensazioni a mano a mano che il corpo lunare si purifica e si eleva nel corso della propria Ricerca.
Il dormiveglia è una fase molto importante perché viverlo correttamente significa costruire un ponte tra il mondo della veglia e i reami del sogno, regione in cui si possono cogliere frammenti della vita quotidiana ma in cui si può arrivare ad esplorare dimensioni più sottili dell’essere e, con la pratica, anche veri e propri mondi interiori caratterizzati da un linguaggio simbolico e intrisi di luce.
Il terzo stadio dell’addormentarsi è l’oltrepassare il varco ed è una fase incosciente: la consapevolezza viene meno, immergendosi nel vuoto dal quale viene risucchiata, e si risveglia nel mondo notturno. Mantenere la coscienza in questa fase non è richiesto perché è molto difficile, ma un buon approccio è cercare, quando questo vuoto – che poi è l’istante prima del sonno – si presenta, di ancorare la propria attenzione ad un punto fermo, come se un atomo del proprio essere situato nel centro della testa continuasse a rimanere vigile fino all’ultimo istante possibile. Se si riesce in questa impresa, quell’atomo di coscienza potrà fare molte cose: ad esempio, vi si può imprimere la volontà di avere un responso notturno su una determinata questione.
Il quarto stadio è l’ingresso nel mondo notturno, luogo in cui i riflessi che l’occhio dell’anima percepisce si trasformano in sogni. Questo mondo può essere più o meno elevato e andiamo ad analizzare da che cosa dipende questa differenza.

Distinguere i sogni

Alcuni autori dividono i sogni in varie categorie, a seconda delle “altezze” che l’anima raggiunge e che possono variare ogni notte. Il sogno può essere favorito in vari modi: una cena leggera e senza carne, una tisana rilassante un’ora prima di dormire, l’assenza di paranoie e pensieri pesanti durante il giorno – che portano il corpo lunare a fossilizzarsi in regioni “pesanti” e quindi generano il sogno caotico e senza un senso profondo.
La pulizia della propria mente è basilare, se si vuole sognare: noterete, in voi o nelle persone che vi circondano, che la fantasia, l’introspezione, la riflessività e l’immaginazione sono atteggiamenti che accentuano questa facoltà di entrare nei reami dell’incantamento. Tuttavia queste attitudini devono essere sorrette da una qualità più “attiva” ed equilibrante che permetta di non cadere nel turbine del misticismo e della fissazione di vivere sulle nuvole. Questa dote è la disciplina, accompagnata dalla volontà, le quali tengono sempre i piedi ben piantati sulla terra. Disciplina qui sta a significare un approccio equilibrato alla vita e alle proprie emozioni: l’emotività può essere un turbine e può essere una dote. Noi vogliamo che sia una dote, quindi dobbiamo imparare a incanalarla correttamente. Infatti le maree lunari sono ambigue: il loro fascino sul sistema nervoso – e quindi sulla mente – è tale che possono produrre ossessioni e portare la persona che non sa controllarle a credere di vedere presagi in ogni dove, o a diventare vulnerabile a qualunque cosa, mentre bisogna stare attenti a non cadere nell’ipersensibilità, ma a saper aprire e chiudere la porta quando si vuole. Per farlo, abbiamo molti strumenti: l’esercizio dell’azione pura, il digiuno, il darsi un ritmo attraverso la preghiera. Tutte queste cose, che possono sembrare inutili, servono invece a formare l’equilibrio emozionale necessario ad esplorare il campo lunare e allo stesso tempo la preghiera eleva questo corpo lunare fino all’idea della divinità, favorendo l’ascesa dell’anima alle regioni superiori delle Acque.
Dicevamo che l’anima, quando entra nella regione notturna, attraversa le Acque e giunge fino allo strato lunare che le appartiene. Da questo derivano le distinzioni dei vari tipi di sogno. Kremmerz divide i sogni in:

1° — sogni di origine sensoria
2° — sogni del piano materiale astrale
3° — sogni del piano astrale divino.

1°-  Gli uomini,  anche i  più  perfetti  (relativamente alla società in cui vivono) possono sempre illudersi  con dei  sogni di  origine  sensoria, i  quali sono non altro che una continuazione della  sensitività allo stato sveglio.
Sono i sogni di tutte le persone di mentalità ordinaria, delle persone volgari non di sola apparenza, ma di sviluppo psichico. Basta percepire, dormendo, un suono, un cangiamento di temperatura, un contatto e l'immaginazione fa il resto. Basta coricarsi sotto l’impulso di una qualunque impressione dei sensi per avere un sogno relativo o analogo a quelle sensazioni. A questa specie di sogni io riferisco quelli che rivelano lo stato patologico di un individuo e i medici (che cosa non dovrebbero sapere i medici!) farebbero bene di leggere nei sogni degli ammalati il carattere delle affezioni e alterazioni del corpo umano. Esiste tale un rapporto strettissimo tra i sogni e le infermità del corpo che si potrebbe scrivere, da chi ne facesse uno studio speciale, un vero Interpete dei sogni ad uso dei medici. Nelle persone che fanno questi sogni di origine sensoria il corpo astrale o perispirito o corpo fluidico è molto aderente al corpo fisico. Non percepiscono dormendo che solo le idee generate dalla ripercussione del mondo materiale sui nostri sensi materiali.
2°- Mentre che appena appena il corpo astrale si perfeziona, eccoci a fare delle passeggiate nelle vicinanze  e  sotto  l'impulso  di  un  desiderio bene determinato si possono vedere dormendo le cose che le mura, allo stato sveglio, e la lontananza ci impediscono di conoscere.
Questo, nelle persone cui spontaneamente si affaccia il fenomeno, può essere coltivato al punto che chi si pone a dormire può tracciarsi il quadro delle visite che intende fare mentre il corpo riposa.
In sogno, viste le corrispondenze tra il corpo astrale o mediatore plastico o perispirito e il corpo materiale, avviene che le impressioni che si ricevono sono assorbimenti di cose reali e rispondono ad impressioni reali. Più le funzioni del corpo materiale sono in equilibrio, più il corpo astrale è libero.
3°- Appena entrato nel regno della visione reale nei sogni, bisogna desiderare di ascendere ed entrare nel piano astrale divino. […] In questi sogni si può per simboli, per similitudini e per fatti avere conoscenza delle verità nascoste, si può entrare in comunicazione col proprio Nume o Spirito Protettore, entrare in comunicazione con lo spirito universale e si può diventar Profeta.”
Nei sogni del piano materiale astrale rientrano i cosiddetti “sogni lucidi”, la cui perfetta espressione è rappresentata dal sogno che ha un significato preciso, legato al sognatore, che può essere di guida per la sua vita o contenere un presagio per il futuro. È possibile conoscere le cose che avvengono intorno a sé, ad esempio, e avere anticipazioni sulla propria vita quotidiana.
I sogni del piano astrale divino sono vere e proprie “linee-guida” alla vita e in essi si possono trovare rivelazioni, preveggenza, conoscenza delle cose nascoste: è infatti questo il “luogo di passaggio” tra il mondo lunare e quello spirituale. In questa regione luminosa, l’anima lunare riceve i riflessi inviati dal Messaggero degli Dei, e li porta alla coscienza di veglia. Questo tipo di sogni, per la loro caratteristica luminosa, sono impossibili da scordare al mattino, e anzi spesso capita che, avuto un riflesso di Luce, la persona si svegli, ristorata anche da pochissime ore di sonno, e non abbia più necessità di dormire.

L’antica usanza dei responsi notturni

La leggenda

L’usanza del responso notturno, insieme a quella della divinazione negli specchi d’acqua, nelle sorgenti e nelle polle sacre, sono antiche quanto l’uomo. Senza voler riportare la leggenda come oro colato, ecco una tra le numerose storie sulla nascita dei responsi notturni: racconta Schuré nel suo libro “I grandi Iniziati” che quest’arte era in principio riservata alle donne, che furono le prime sacerdotesse esistenti. Tramite la loro sensibilità, queste druidesse dell’epoca di Rama abitavano le regioni più tardi attribuite ai celti. Esse vaticinavano per sogni e per presagi, ed erano considerate il tramite degli Avi in quanto la loro parola portava pace, giustizia e serenità fra gli uomini, frenando la violenza con la saggezza e mantenendo alta la speranza nelle stagioni difficili. Queste regioni erano abitate dalla razza bianca discesa dai ghiacci, che era ancora ai suoi albori di civiltà. In questa civiltà nascente, le druidesse erano tenute in altissima considerazione, fino a quando il loro potere divenne strumento di prevaricazione: esse, infatti, nella loro funzione di sacerdotesse erano rispettate in quanto Voce degli Avi, ma nella società erano temute e trattate alla stregua di schiave. Così, racconta la leggenda, col tempo esse usarono il loro potere per pretendere i sacrifici umani e vendicarsi delle umiliazioni subite. Fu Rama, continua Schuré, ad imporre la parità dei ruoli e il rispetto della donna, dandole il nominativo di “dea del focolare” in un’epoca in cui il potere delle druidesse si faceva sempre più vendicativo e terribile.

Il responso notturno

Si può dire che il responso notturno sia una pratica all’inizio molto incerta, capricciosa e coronata da insuccessi. Questo perché, come ho già detto, il corpo lunare deve purificarsi prima di poter ascendere alle regioni elevate in cui è possibile scorgere le verità nascoste dal velo della materia. Ma perseverare può essere un buon allenamento sia per la riuscita di quanto ci si propone, sia per mettere alla prova la propria volontà
La pratica inizia la sera, con una cena leggera e vegetariana e un infuso bello caldo, senza miele né zucchero, mezz’ora prima di coricarsi. Nella fase di rilassamento comincia la visualizzazione: con un respiro rilassato e regolare si iniziano a rilassare tutti i muscoli del corpo, partendo dalla pianta dei piedi e lentamente arrivando alla sommità del capo. Dopo un primo abbandono delle tensioni si ripercorre lo stesso sentiero, sempre dalla pianta dei piedi alla sommità della testa, cercando di essere presenti e coscienti del corpo che si avvia verso lo stato di sonno: una volta che si sarà arrivati alla sommità del capo sembrerà di “sprofondare” in un rilassamento profondo in cui la mente è avvolta nel buio del silenzio ma percepisce un senso di “spazio” attorno a sé, non vincolata dalla sensazione della carne. Questa è la fase corretta del dormiveglia.
A questo punto è possibile che un rumore esterno o un pensiero vi riportino fuori da questa condizione tutto d’un colpo, ma senza ripetere tutto il rilassamento potete provare a rievocare direttamente la sensazione appena vissuta, aiutandovi col respiro rilassato.
Ora è il momento di navigare nel dormiveglia e di lasciarsi cullare da queste onde, leggere e piacevoli come carezze che portano sempre più in profondità. Navigando, è bene tenere sempre acceso un briciolo di consapevolezza, quell’”atomo” di cui parlavo all’inizio, perché la parte più difficile viene adesso: nell’ultimo istante di veglia (e questo se si ha un pizzico di coscienza è possibile percepirlo) quell’atomo deve essere “caricato” con l’intenzione ben determinata di entrare nel piano astrale-divino (cioè la regione più luminosa delle Acque). Per ora questa richiesta generica va bene, poi, col tempo, se ne potranno fare di più specifiche.
Mano a mano che il corpo lunare sarà purificato dalla purezza delle intenzioni, dall’elevazione dei sentimenti, dalla disciplina e dall’abbandono dell’ego, sarà possibile accedere a questa pratica e vederne gli effetti.
I reami della notte sono misteriosi e le porte si schiudono davanti alla lanterna del viandante, alla fiaccola che porta il fuoco sacro: davanti a quella luce impalpabile e interiore, le ombre si dipanano e si entra nelle regioni della bellezza. Ma senza fiaccola e senza mantello, il viaggiatore diventa preda delle maree e delle onde, ed ogni sogno non è che l’alternarsi della bassa ed alta marea sulla riva del mare. Più lontano, nelle acque profonde e quiete, nel blu scuro dell’oceano, si narra siano custoditi dagli abissi dei tesori inestimabili, che solo gli eroi potranno portare alla luce.

 

III. Lo Specchio d’acqua

Il trucco c'era, ma ben nascosto. Nei gas sotterranei e in leve nascoste, in piccoli fori che trapassavano la pietra e facevano filtrare la luce come in una visione, nell'eco delle mura disposte geometricamente, il trucco c'era, il sacerdote sorrideva impercettibilmente... e le masse, incantate, assistevano alle cerimonie dell'oracolo.
Così in molti liquidano la questione.
La profezia sicuramente fu anche un modo per tenere nell'incantesimo la folla, un po' come lo è oggi la televisione... ma nessuno può negare, specialmente adesso che la scienza sta facendo passi molto interessanti in questo campo, che la chiaroveggenza, la preveggenza e in genere le facoltà psichiche latenti dell'uomo siano una realtà... ma fino a che punto?
Quanto siamo ancora ancorati alle superstizioni e quanto sentiamo invece la catena della razionalità scientifica?
Se esiste una via di mezzo tra le due, forse è lì che si può trovare risposta.
Il miracolo esiste, o è solo l'applicazione naturale di una legge che ignoriamo?
L'invasamento di un Nume è un breve momento d'isteria o l'apertura di una soglia inconsueta?
Lo specchio d’acqua… esercizio spesso frainteso. Porta sospesa tra i mondi. Quante volte ho fissato l’acqua chiedendomi cosa dovesse accadere. Cosa dovessi aspettarmi. Ascolto spesso racconti immaginari di “viaggi astrali”, in cui il presunto viaggiatore galoppa con l’immaginazione vantandosi di vivere incontri ravvicinati del terzo tipo con alieni o spiriti. Vantandosi di vedere il suo corpo nel letto mentre lui va a spasso per la città. Non mi fa nemmeno più ridere la cosa, e chiunque abbia una minima conoscenza del mondo lunare credo non possa far altro che considerare queste supposte esperienze come fenomeni da psicosi e autosuggestione, in cui quando non si comprende qualcosa ci si sforza d’inventarla.
Non è una visione immaginaria, quella che si cerca: bene, e che altro dovrebbe essere? Un essere in armonia con l’oggetto che cerca d’esplorare entra in contatto con l’Intelligenza dell’oggetto stesso.
Ciò che vedi in te, vedrai intorno a te. Ciò che in te domini, dominerai fuori di te. Tutto ciò che ami, potrai essere.
Con questo stato d’animo ci addentriamo nei reami rarefatti dello specchio d’acqua.
Antiche leggende sono giunte fino a noi, di polle sacre e visioni tra le increspature dell’acqua… oracoli e veggenti, avvolti nella nostra immaginazione dalla bruma del mattino, da un’atmosfera suggestiva che tutto rende possibile. Ma qui, dinnanzi allo Specchio, nella nostra stanza, quell’antica suggestione scompare: eccoci a fissare la polla, come aspettando che qualcosa accada, dubbiosi e scettici tutto d’un tratto… e in questo modo, nulla accadrà.
La profonda identità tra il subconscio e l’elemento acqua è l’appiglio per questa esperienza, da condurre con dominio e abbandono, come se l’Essere si sdoppiasse nella parte che viaggia tra i mondi e quella che rimane vigile, in ascolto. Guarda senza cercare di vedere, incanta lo sguardo e fa’ tacere la mente. Neutralmente, sprofonda nel sonno magnetico e fissa la superficie. I riflessi argentei del recipiente, il bagliore fioco della fiamma sovraeccitano la retina, mentre la mente proietta tra le increspature dell’acqua impressioni, ombre, arabeschi dapprima… e la coscienza, rapita, si culla mentre poco a poco la stanza si fa scura, i contorni sfumano… ecco apparire la terra di mezzo, in cui l’attenzione vigile e attiva ti fa credere di non esserti mosso d’un passo; ma se ti svegliassi ora, percepiresti la differenza tra la veglia e l’ipnosi. In te la marea quotidiana inizia ad assopirsi, il pensiero a placarsi – solo l’attenzione è desta – finché ogni bagliore diventa una soglia in cui annullarsi e seguire l’immagine come ponte tra ciò che sai e ciò che ignori, tra la tua anima e l’anima del mondo in cui ogni cosa è scritta, ed ogni increspatura è una forma che mormora in un muto linguaggio la sua leggenda.
Ma cosa distingue questa visione suggestiva dal semplice “guardare la polla” senza nulla scorgere? È lo stato d’essere con cui tu ti approcci, con cui educhi il tuo corpo sottile a sentire, a vedere, a lasciarsi cullare dalla suggestione, dai riflessi, dai profumi avvolgenti: tutto sembra studiato per invitare la mente alla danza, una mente individuale che tenta di esplorare un campo più vasto, impalpabile e magico, senza sapere davvero che cosa l’attenda oltre la soglia.
Scoprirai che è inutile sperare in un mondo “oggettivo”: il lunare è chiamato “reame cangiante” e le immagini sfuggono, si allungano, si distorcono e dapprima pare di non cogliere nulla di sensato, se non imprimendo tu stesso un senso a ciò che vedi. La differenza è sottile, infinitesimale: un lampo di chiaroveggenza può capitare, come può capitare di vedere soltanto le tue ombre.
Hai una domanda? Prova a porla e sperimenta, lasciando fluire la coscienza. Un segno, un presagio, la certezza di conoscere la risposta, si affacceranno. Lo Specchio si basa sul presupposto che non hai che da imparare a “sentire”, perché hai la possibilità di accedere al campo d’informazioni che ti circonda e con cui sei in continuo contatto, giorno e notte, da tutta la vita, come separati da un velo sottile. Placando la mente e le impressioni del mondo, la risposta viene. Tu diventi la sostanza stessa che tutto lega, e in questo modo Conosci. Oppure credi d’aver varcato la soglia e t’inganni. È semplice scoprire se ti stai ingannando: fai una domanda che abbia una risposta verificabile, ad esempio “dove si trova Tizio in questo momento?”; “oggi devo incontrare questa persona: voglio vedere come sarà vestita”.
In te, in questo tentativo, sentirai con chiarezza una parte attiva e vigile e una parte passiva e suggestionata. Tutto sta nel far sì che la parte attiva possa dirigere e guidare quella passiva nella giusta ottica e nella giusta dimensione, dopo che questa sia stata suggestionata dalla ritualità della pratica. E non c’è davvero altro modo che porre domande dalle risposte verificabili per rendersi conto di come, a volte, crediamo di esplorare alcuni stati di coscienza, mentre in realtà non ricaviamo che suggestioni e bugie in luogo di stati di lucidità e chiaroveggenza. Una volta messe da parte le bugie della mente, sarà possibile imparare a distinguere le impressioni veritiere. Perché il nostro scopo non è quello di illuderci di vedere gli spiriti o di andare a spasso nel mondo materiale come fantasmi, ma di sviluppare una facoltà umana… e per farlo, dobbiamo avere conferma di essere sulla strada giusta e poterne verificare gli effetti.
Ecco dunque l’occorrente: una ciotola tondeggiante, d’argento o di vetro, che sul fondo raccolga la luce in un “punto”; una candela, il cui bagliore deve riflettersi nella polla indirettamente (non si deve cioè vedere l’immagine della fiamma); un profumo, incenso o essenza vaporizzata, che sappia avvolgere la mente. La stanza deve essere buia, eventualmente con della musica in sottofondo. Tutto deve essere piacevole e suggestivo.
Una volta presa confidenza con lo strumento, si potranno porre domande o cercare responsi, o semplicemente scivolare in uno stato di quiete profonda.
In un bacile d’acqua cristallina perdi lo sguardo, fissando l’impercettibile moto: la stanza si farà scura come notte profonda. Svaniranno le luci dei lumi accesi dietro lo specchio; svanirà una vita intera abbandonandoti al flusso, ma fermo nel dormiveglia lascerai che le onde lievemente ti accarezzino. Lascia che accada, e se nessuna domanda si affaccerà alla soglia del pensiero, non tornerai indietro dal tuo viaggio cadendo nel corpo. Nel buio scorgerai d’improvviso una danza lievissima, come di ombre e luci: osservala e procedi oltre, nel buio più fitto, dove la tua coscienza è soltanto un punto.
A questo punto, hai due possibilità: o vedi la tua risposta come una visione - o la percepisci nella tua mente sotto forma di una frase chiara e immediata, il principio è lo stesso ed è la cosa inizialmente più semplice - oppure conosci per Identità. Che cosa significhi “conoscere per identità” è presto detto: da quel punto di vita senziente, ciò che vorrai conoscere domanda che venga in te: sii la cosa stessa. Risuonerà la muta parola nello spazio nero e infinito, e l’orecchio attento udirà sorgere dalle profondità burrascose la marea che ha chiamato a sé, come un punto luminoso. Questo punto si farà sempre più vicino, finché si aprirà davanti alla tua Mente e scoprirai di trovarti dentro la sostanza di ciò che desideri intimamente conoscere, di compenetrarlo: non aprire gli occhi, o vedrai svanire nel fumo l’incanto e ti troverai a fissare l’acqua dalla quale sei partito… non accendere il lume per vedere il volto di Eros, piccola Psiche: ad occhi chiusi, nel buio, lui ti amerà in silenzio e ti parlerà di sé, dicendoti tutto ciò che intendi sapere.
Ecco come agisce il viaggiatore dei mondi per compenetrare la natura di ciò che vuole conoscere.
Lentamente, l’esercizio svelerà a quale grado di purificazione si trovi in effetti il praticante, a seconda del tempo impiegato per ricevere la risposta, della correttezza della risposta stessa e della sua chiarezza e precisione.
Ma, come ogni strumento, il suo fine non è soltanto quello di vedere risposte, quanto l’aiutare chi lo adoperi a mettere a fuoco uno stato d’essere, raggiunto il quale lentamente lo Specchio non sarà più necessario.
Ciò che vedi in te, vedrai intorno a te. Ciò che in te domini, dominerai fuori di te. Tutto ciò che ami, potrai essere.

Iehuiah