Diventare santi?
I misteri delle cause prime cominciano a manodurre, attraverso l'inferno delle cognizioni umane, alla ricerca della ragione dei miracoli e dei prodigi, ma la tua ricerca, la tua affaticante missione sarà un'opera vanissima se tu non pratichi; la sola pratica dà nelle nostre scienze il diritto di arrivare: però la chiave di ogni pratica è subordinata alla santità del discepolo. Senza la santità o successiva purificazione del tuo spirito non compirai mai opera divina e se riesci in qualche cosa senza santità, farai opera diabolica.
Diventare santo?
Ecco un paradosso per il lettore che è al corrente degli studi scientifici e dei metodi odierni, ma bisogna intendere la santità non come il volgo intende la devozione e la bigotteria, il santo è chi immedesima la sua ragione di uomo con la ragione fatale delle cose e degli spiriti. Il santo è l'altruista che si considera quaggiù come un viaggiatore in un albergo, in una pausa del suo viaggio verso l'infinito, evoluzione ultima di tutte le cose create. Il santo è chi possiede la scienza di non illudersi sulle ragioni visibili e che si fa degno della scienza di Dio.
Così tu non potrai trovare la tua santificazione che nell'amore per il tuo simile, e così tu diventi il piccolo Gesù Nazareno e ti sacrificherai volontariamente amando il tuo prossimo, stendendo la mano al tuo fratello per redimerlo e condurlo alla luce spirituale e la Magia, nella tua mano, riprodurrà gli antichi prodigi leggendari, intorno a te seminerai il bene e mentre una parte dell'umanità penserà e illuminerà l'altra parte con le lampade elettriche, tu sarai soldato di questa e sarai faro delle anime in questo viaggio sulla terra per non doverlo ripetere mai più.
Giuliano Kremmerz