L’intelligenza e’ l’espressione più esatta dell’intuizione dell’ente
Questo che io ora scrivo brevemente è il nodo gordiano della concezione del Dio Unico in Magia. Per questo raccomando allo studioso di filosofia occulta di non passare oltre, se prima non ha compreso il processo di investigazione della mente umana nella conoscenza della Causa di ogni causa.
Come la Forza è intuitiva, come il Movimento è indefinibile, il linguaggio umano non riesce a dare un contorno preciso a una cosa che tutti gli uomini sentono in se stessi e che noi, alla latina, abbiamo chiamato Mente.
Nella grammatica comune, superstiti ruderi della grammatica ideale (cioè grammatica delle idee assolute primitiva), il verbo o parola per eccellenza è il sostantivo essere. L’Ens latino è l’Ente; la Mens dei latini è un composto di Ens, cioè una consonante di possesso (quasi sincope di Meus) che precede il sostantivo participio indicante l’ens cioè l’Ente, quello che esiste ed è.
Quindi fermiamoci al senso riposto delle parole: Ente è l’idea assoluta dello spirito Universale di Dio e Mente è il vocabolo dell’idea relativa dello spirito Universale incarnato e definito nel corpo umano.
I cabalisti esprimono questo nome di Dio Grande con quattro lettere ebraiche:
JOD – HE – VAU – HE
che in magia e nelle formule magiche non formano un nome, ma rispondono al Tetragrammaton, cioè parola di quattro lettere che nasconde e non svela il nome dell’Iddio Universale. Perciò lo chiamano anche Ineffabile, cioè che con parole non può esprimersi. Ma se volete determinare lo spirito divino incarnato, dovete servirvi di cinque lettere, o meglio del pentagramma magico che è una figura composta così:
pentagramma che è, come facilmente si vede, la proiezione dell’uomo con le braccia e le gambe aperte. Corrisponde alla stella di cinque punte che i magi adoratori del Cristo videro risplendere in cielo. Questo segno è quello dell’equilibrio universale nell’uomo: perciò i magi operanti tengono tanto a questo segno talismanico che, tracciato con i riti opportuni e nel tempo più propizio dai maestri, ha virtù indiscutibili.
ENTE MENTE
4 lettere 5 lettere
L’intelligenza è lo sforzo della Mente per concepire, assorbendone le virtù, l’Ente da cui trae origine: intelligo, quasi in te lego, da cui intellectus che i neoplatonici molto usarono nella armoniosa lingua italica e in Dante si trova appunto in questo senso.
Ora:
a) Dio non può definirsi.
b) L’espressione grafica di Dio, cabalisticamente, è un tetragrammaton, un nome di quattro lettere, cioè una jod, una he, una vau e una seconda he.
Jod - il principio attivo di tutte le cose, fecondante;
He - il principio recettore passivo (gutturale);
Vau - la fecondazione e la generazione attive;
He - il principio recettore passivo.
Quindi il Geova ebraico, quel Geova che gli scienziati ignoranti di filosofia sacra hanno tanto messo in canzonatura, non era per il sacerdozio ebreo niente di definito ma, viceversa, era il Dio Grande e vero che contiene in sé tutti i principi della Forza, della Mente e della Realizzazione, come abbiamo spiegato altrove.
Un contadino che con un punteruolo fa un buco nella terra, vi getta un seme e, dopo una stagione, raccoglie il frutto, fa tutte le quattro operazioni espresse nel tetragramma ebraico:
Jod - il principio attivo, il contadino che fa il buco;
He - la terra, o elemento passivo, in cui il buco è fatto;
Vau - il seme fruttificante;
He - la realtà del raccolto.
Questa operazione tanto sciocca del villano è simile a quella che l’uomo fa per riprodurre se stesso ed è simile a qualunque operazione di creazione, in tutti i regni della natura.
Ma questa è la sola concezione plastica della verità del tetragrammaton ebraico; se montate nei campi della più elevata filosofia ideale, troverete immutabile la legge.
Ora questo nome sacro cabalistico, perfetto nella espressione della eterna legge di creazione, può avere l’Intelligenza adatta allo sviluppo psichico di quanti pensino a questa Unità di Mente e Forza; e da qui vennero i nomi angelici, i cui Arcangeli o intelligenze maggiori non sono che raggi di questa potestà centrale; così nella religione cattolica sono restati il nome di Michael, di Raphael, di Gabriel che sono facce diverse del centro luminoso perpetuo, o meglio sono alte manifestazioni della potestà Universale di Geova, il Dio Grande.
Scrivete questi nomi con lettere ebraiche e, studiando bene la Cabala, vedrete che ogni nome è una legge generale o principio divino.
La concezione di queste potenze ed intelligenze non è identica presso tutti gli uomini e lo scienziato osservatore e filosofo, che li voglia tenere in conto di fanciulli ricciuti ed alati, è costretto a dire che i cabalisti sono degli impostori: ma non calunniate le cose e gli uomini che non avete mai conosciuto.
Giuliano Kremmerz