La visione del semplice

La verità è in noi, fuori di noi, nell’Universo.
Tutto ciò che è è Verità.
Ogni pensiero (cogitatio), libero da influenze turbanti di preconcetti, di ambizioni, di ambiente è una realizzazione e quindi una verità.
L’uomo può integrare i suoi poteri purificando la sua coscienza: non per altra via si perviene alla percezione vera della natura, che è la Verità Eterna.
Il Cristianesimo dice che ai fanciulli è riservato il regno dei cieli religiosi, perché la fede è delle anime purgate.
L’Ermetismo che ricerca la verità assoluta come finalità della conoscenza perfetta dice non credere e purificati da ogni convenzione transitoria per ritrovare in te prima fuori di te dopo la visione semplice della Natura che è Verità Eterna e quindi Scienza assoluta.
I riti magici di purificazione, dalle abluzioni ai digiuni lunari, sono invocazioni ermetiche dello stato di purità.
La visione del nostro essere interiore e della Natura assume una fisionomia diversa innanzi allo sguardo di colui che raggiunge il termine di sottrarsi alle influenze di ogni sorta: vede con semplicità dove tutta una massa ritrova l’intrigo della lotta per l’esistenza.
Nella semplicità vede che l’Amore, nella sua integrazione completa, regge l’Universo e che l’Universo è Amore anche dove il contrasto della lotta genera, rinnova, riproduce, fissa in ogni essere vivente, dal cristallo alla pianta, dall’infusorio all’uomo, il diritto di partecipare alla vita della Verità Assoluta.
Nelle idee semplici troverà che l’odio, la necessità, il dolore sono spiriti della falsa concezione della vita, poiché l’innocenza, che è purità di coscienza libera, non concepisce nessuno dei tre termini (odio, dolore, necessità); che predicare l’idealismo morboso che fa desiderare e sognare quello che non è in natura, è deviare dalla Verità; che una è la legge, una l’esistenza di tutte le cose, una è la matrice di ogni forma sensibile e che fuori di questa Unica Verità non esiste che la follia ragionante, la quale ha trovato che l’uomo imperfetto tutto debba sperare per grazia e che la vita eterna degli spiriti si svolga fuori la potestà della materia che è l’unica legge, l’unica essenza, l’unica matrice di ciò che fu, che è, che sarà in eterno, sulla terra e in tutti gli astri del firmamento.
Lo Spirito Unico di questa unica cosa si chiama con le stesse lettere che formano il nome dell’Urbe, nei cui reconditi meandri Virgilio, che Dante prende a guida, fu iniziato.
La faccia vera dell'Essere Vero e Universale, giustizia e bene, appare così in ogni opera della creazione perfetta che uscì dalla sua Volontà.
G. Kremmerz