Il metodo scientifico soggettivo e il suo vizio
Ed ora ritorniamo al metodo.
Compiono dodici mesi del Commentarium e a mo' di bilancio tiro le somme: tutto ciò che ho detto si riduce a dare le basi di una preparazione soggettiva che andrà allargandosi man mano che si procede innanzi.
Ma come ho notato i difetti e la manchevolezza degli esperimenti oggettivi coi metodi noti e comuni, devo notare delle deviazioni a cui spontaneamente si prestano i giovani che tentano di seguirmi.
Ho detto che la preparazione allo studio ermetico deve consistere nel rieducare se stesso, spogliandosi di tutto l'intonaco e della falsità che l'educazione ordinaria ci ha dato; in altri termini: a vivere, non a mostrare semplicemente le virtù che sono il decoro della società civile. Sentire e praticare il bene, più che mostrarlo senza sentirlo. Sentire e praticare la carità, più che fingerla.
Mettersi in armonia con se stesso, cioè avere la coscienza di ciò che siamo e non ubriacarsi con l'acqua di fonte.
Essere temperante nei desideri, nella pratica della vita, nella soddisfazione dei bisogni del corpo.
Non esagerare mai: nel bene anche le esagerazioni sono anacronismi. Essere e non parere.
Possedere il senso e il sentimento della giustizia senza restrizioni, e praticarla.
Non nuocere mai.
Liberarsi delle passioni, cioè usare di ogni cosa, nei limiti del giusto, senza rendersi schiavi delle necessità create da noi stessi.
E non proseguo, perché ho ripetuto a sazietà che la preparazione all'ermetismo classico è una feconda rigenerazione di se stesso senza sbigottimento, senza menzogna, orgogliosi di vivere praticamente la morale assoluta nella sua idealità filosofica, senza sdrucciolare né nella convenzione plebea di salvare le forme esteriori, né nel misticismo di salvare l'anima.
Il non mentire mai a se stessi è un aforisma che bisogna vivere; mostrarsi ciò che si è, dopo avere la coscienza di essere.
Mangiare solo cibi vegetali, non bere che acqua pura, dormire su di un tavolaccio, essere astinenti da qualunque sensualità, credere che ogni dolore che ci arriva sia l'espiazione di una colpa, chiedere perdono a Dio e ai santi venti volte al giorno sono cose ammirevoli se vuoi diventare un asceta, se vuoi imitare i santi delle religioni a base di penitenza.
Questo su cui ho insistito è tutto diverso.
Mangia di tutto e sii parco.
Bevi con grande moderazione di tutto, per soddisfare i tuoi bisogni. Dormi come puoi e sii solerte. Astieniti ed usa a volontà per essere signore dei tuoi atti. Se soffri, dirai che la causa è in te e la ricercherai fino a trovarla. Correggiti, raddrizzati, cancella in te le macchie di brutture. Se nella società sei uno sposato, troverai con la ragione il tuo posto, farai giustizia a te stesso. Se hai una famiglia, donna e figlioli, sii in maniche di camicia e nella vita intima esempio pratico della morale che predichi e mostri in pubblico.
In termini prosaici, l'asceta sopprime le ragioni della sensualità fisica sotto tutte le forme, il miste che aspira ad aprire la Porta Ermetica deve possedere l'assoluta padronanza sui sensi: usarne ed astenersi secondo la coscienza più equilibrata.
Quando un miste era ammesso nell'angiporto del tempio dei misteri, preso da entusiasmo credeva che andasse a vedere la verità senza velo. Il maestro (un uomo, non un Cristo) gli faceva stendere la mano in un tabernacolo velato e gli diceva di prendere la verità. L'iniziando, tremando, la ritraeva stringendo una pera.
Prima meraviglia: era valsa la pena dell'attesa per prendere un frutto? Il sacerdote gli diceva semplicemente: è questo il primo arcano che non svelerai mai al volgo. Ed un'altra persona velata, che poteva essere una donna, ammoniva: il frutto della terra è divino.
Ora il miste che cercava la natura e la visione degli dei si fermava sbalordito innanzi all'arcano della prima verità in prosa: hai voluto vedere la divinità e hai trovato la realtà della legge di natura che dà il frutto se semini e aspetti.
Le forme simboliche sono bellissime, ma difficili ad essere penetrate e la Natura - l'immensa Madre - si esprime con simboli: Ermete li penetra e te ne dà la legge e il senso vero.
Ma al secolo XX non basta. Educhiamo i figlioli nelle torture della classe. I giovani vengono su con l'enorme peso di cercare e conquistare in fretta. E molti di questi giovani che si sono avviati allo studio dell'ermetismo e hanno fatto fiasco ho conosciuto. Li amo lo stesso, Sono immaturi. Cercano nel mondo e nell'universo quello che non c'è, per una via che non esiste, con mezzi che sono inadatti allo scopo di aprire loro gli occhi.
La filosofia, la scienza di osservazione analitica, la dialettica da giornali, l'erudizione abborracciata nei cataloghi dei librai, la maniera di concepire l'esistenza attraverso il prisma delle idee seducenti rapinate ai poeti delle religioni, la psicologia morbosa di un cristianesimo di consuetudine che ci intenerisce o ci incrudelisce innanzi alle miserie della brutalità, vietano ai giovani di ricordarsi le idee semplici e osservare i fatti semplici come la natura ce li appresta e si creano le investigazioni psicologiche più assurde nelle visioni più elementarmente semplici. Basta fare una statistica di tutte le opere di letteratura fondate sull'adulterio per vedere di che razza di psicologia fa mercato la penna dei più famosi scribi. Le consuetudini permettono che le verità semplici e crude siano da presentarsi con sottigliezze letterarie con fiori e ciondoli e dove il buon senso direbbe che tutto è una porcaia, l'educazione dei giovani contemporanei va ad analizzare l'anima nei fatti più sozzi della specie.
Ecco perché l'autocreazione di una mente equilibrata e di una volontà che comanda i sensi senza restrizione è la più difficile delle prove e delle preparazioni.
Ho cominciato con lo stabilire un principio: se vuoi sapere la verità, se la vuoi conquistare e possedere, comincia col non credere che in te stesso. Faccio Geremia alla rovescia, perché non scrivo opera religiosa ma di scienza. Ma prima di ogni cosa, rigenerati moralmente, ritorna vergine alla sincerità con te stesso e con gli altri, come se il serpente della malizia consuetudinaria non ti avesse mai morso.
L'onesto e il disonesto nel mondo sono provati alla pietra di paragone della sincerità con noi stessi. Se serbi la necessità di mentire ciò che senti e credi giusto, sei un delinquente. Se sei onesto con te stesso, rifletti che la tua incolumità mentale in fatto di scienza sperimentale degli arcani deve risultare dal non credere in ciò che l'isterismo umano, sotto mille aspetti, ha vomitato sulla semplice terra che, arata e seminata, dà il frutto.
Il dogmatismo negli enunciati sulle evoluzioni spirituali che hanno creato la moda dei moderni capiscuola del misticismo in Europa e in America è una peste bubbonica del senso comune equilibrato.
Io stesso che ti annuncio una verità concreta, e non la provo, devo essere discusso da te come un mattoide; ma io t'insegno a non credere: a ragionare nell'equilibrio della tua coscienza sincera, a ritornare alla semplicità della natura delle cose, a giudicare con serenità di ogni cosa nel metodo soggettivo, perché la verità che tu constaterai diventi carne e sangue di te stesso e dirai agli altri: se siete pazzi, diventate ragionevoli in voi e per voi.
Per conoscere la verità di una cosa bisogna diventare la cosa stessa. Se vuoi sapere come pensa il cavallo, occorre che tu lo diventi. [...]
Quindi l'aforisma ermetico sul metodo soggettivo non è vero che per l'ermetista il quale ha raggiunto il suo equilibrio: ed ecco il vizio del metodo soggettivo che equivale a tutti i difetti del metodo sperimentale oggettivo se la preparazione equilibrante e purificante della sincerità non predispone lo sperimentato che tenta la prova in sé.
Giuliano Kremmerz
Tratto da La ricerca della verità ermetica