L’unità dell’universo nel concetto magico
(Dagli insegnamenti di Kremmerz)
Il concetto dell’Universo come UNITÀ porta nella Magia al principio di unità forza e unità materia.
Pertanto, la Magia, che nessun progresso di scienza volgare coglierà mai in fallo, determina tante maniere di esistenza della forza unica della materia unica che comincia dal metallo e dal liquido al gassoso passa ad attenuazioni infinitesime: espressione, questa, base dell’Alchimia che è la filosofia della chimica.
Lo Spiritismo ammette un fluido indeterminato fuori i pianeti abitati nel quale nuotano, camminano, si agitano molte generazioni di spiriti che pensano solo a incarnarsi.
Ciò non è d’accordo né con la ragione che è la scienza (la scienza è luce e ragione), né con il dogma tradizionale dei magi, né con la religione e quindi è: antiscientifico, antitradizionale, antireligioso.
La Magia volgarizza invece l’unità della forza e della materia nella corrente vitale o astrale – il grande serpente della trasformazione in cui, come su di una lastra fotografica sensibilissima, la più piccola oscillazione di un pensiero genera una forma.
La luce astrale è così definita da uno dei più eminenti studiosi di Magia (Eliphas Levi): «esiste nella natura una forza più potente del vapore. Un uomo che se ne impadronisse potrebbe cambiare la faccia del mondo. Questa forza era conosciuta dagli antichi. Essa è in un agente universale la cui legge suprema è l’equilibrio. Questo agente, di cui una prima manifestazione è la forza magnetica, forma la materia prima della Grande Opera degli iniziati del Medio Evo. Ecco il Protoplasma dell’Universo, l’Azoth degli Alchimisti, il polline universale».
Il concetto esposto sopra dell’unità della materia e della forza nella corrente vitale o astrale può non essere facilmente comprensibile, quindi cercheremo, in rispetto alla visione ermetico-classica, di spiegarlo in maniera più semplice. In natura i gradi di sensibilità si attenuano o si sviluppano progressivamente: dal più sensibile al meno sensibile; dal più forte al debolissimo; dall’ottuso all’intelligente; dall’intelligenza del cane all’intelligenza divina.
Gli antichi Egizi questo mistero lo segnarono con le piramidi il cui vertice è l’attenuazione della base – a imitazione del fuoco, la fiamma partendo da terra si spande in linea verticale – perciò piramide, da PYR = fuoco: così anche in ordine alla creazione e trasformazione del corpo e delle anime.
Il perispirito, per gli spiritisti, accompagna l’anima dell’uomo dopo la morte – e vi perdura, mentre per la Magia il principio divino intelligente tende all’attenuazione progressiva fino alla immedesimazione nell’Essere Universale, concetto equivalente al Nirvana indiano.
Nelle spazio, dove gli spiritisti pongono i soli spiriti dei morti più o meno perfetti, la Scienza ermetica mette tutte le forme fluidiche, tutte le coagulazioni del fluido della vita universale (il significato delle espressioni che seguono può essere ampliato leggendo l’Opera Omnia, vol. I, di Kremmerz) e quindi:
GLI SPIRITI DEI MORTI:
I CORPI ASTRALI dei medi e degli iniziati vaganti;
GLI SPIRITI ELEMENTARI o spiriti degli elementi;
LE CONCEZIONI UMANE;
I LEMURI, LE LARVE e tutte le creazioni peccaminose e incomplete.
Ma questa è perfettibilità o no di forma o forza: invece i principi intelligenti che l’antica Cabala (schema delle idee assolute nella natura il cui insegnamento era tradizionale da maestro a discepolo; Pico della Mirandola la chiama sublime guida delle cose celesti) interpreta, continuano la serie di progressioni delle intelligenze fino all’Unità dell’Essere Universale.