Due pensieri di Nietzsche
Vivere con un'immensa e orgogliosa serenità; sempre al di là - avere o non avere, secondo il proprio arbitrio, le proprie passioni, il proprio pro e contro, abbandonarsi a esse per ore; sedersi su di esse come su cavalli o su asini - bisogna infatti saper trarre un utile dalla loro stupidità come dal loro fuoco. Mantenere i propri trecento sipari e anche gli occhiali neri: perché ci sono casi nei quali nessuno deve guardarci negli occhi, e ancor meno nelle nostre "profondità". E scegliere per compagno quel vizio birbone e allegro che è la cortesia. E restare padrone delle proprie quattro virtù, del coraggio, della sagacia, della simpatia, della solitudine. Poiché la solitudine in noi è una virtù; in quanto sublime tendenza e impulso alla pulizia, la quale indovina come dal contatto tra uomo e uomo - "dalla società" - debba inevitabilmente conseguire la sporcizia. Ogni comunità rende, in qualche modo, in qualche luogo, in qualche momento - "comuni".
"Qui la vista è libera, lo spirito si eleva". Ma vi è una specie opposta di uomini che è sulla vetta e ha ancora la vista libera - ma guarda verso il basso.
Alcuni aforismi
Non che tu mi abbia ingannato, ma che io non ti creda più, mi ha sconvolto.
Il cristianesimo fece bere a Eros il veleno: in realtà egli non ne morì, ma degenerò in vizio.
Chi lotta con i mostri deve guardarsi dal non diventare con ciò un mostro. E se guarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso guarderà in te.
Non si ama più la propria conoscenza, quando si comincia a comunicarla.
Friedrich W. Nietzsche