Riflessioni sull'evoluzione
Fino a non molto tempo fa ero convinto che l'evoluzione fosse anche tutta una serie di conoscenze di vari piani dell'esistenza da esplicare tramite un linguaggio razionale (corpi sottili, ecc.), ma ora mi rendo conto che tutto ciò appartiene alla nostra cerebralità, nel senso che è una produzione del nostro pensiero dialettico che si muove dal passato al futuro creando un centro, l'ego, che noi supponiamo possa evolversi, mentre tutto ciò che l'ego scopre non è evoluzione, ma tecnica finalizzata a una sua soddisfazione. Infatti, noi come corpo fisico abbiamo poche esigenze: del cibo e una casa in cui vivere; non voglio dire che tutto il resto non serve, ma che non deve essere confuso con l'evoluzione. In parole povere, non esiste evoluzione connessa a un ego e mi spiego: sento che grazie al lavoro iniziatico in me aumenta una serenità che ogni tanto mi porta naturalmente a un'attenta osservazione interiore che sviluppa una profonda consapevolezza (so di esistere - senza pensare): sono tutto e niente. Quel breve tutto e niente secondo me è la porta dell'evoluzione, dove una qualche cosa di me che non so definire va ad attingere, come nutrimento, un sentire che è Amore; ho detto porta poiché credo che sia solo l'inizio ancora inconsapevole di un qualcosa di me che può andare oltre la dimensione del conosciuto razionalmente, forse è il Pensiero Purificato di cui parla Scaligero, che però per me è incomunicabile e comunque l'evoluzione umana coincide con questo passaggio: la purificazione della propria dimensione personale egoica per poter rientrare consapevolmente nella Individuale Vita Universale.
Mauro
Accademia Kremmerziana Patavina