Le Scienze Occulte
Se si esamina l’uomo, questo essere tanto avido di sapere, si rimane stupiti che le sue conoscenze siano così limitate: lo si vede correre di errore in errore e, malgrado i suoi passi falsi, credersi ora filosofo, ora chimico, ora astrologo e qualche volta anche medico. Ciascuno, non ascoltando che il suo amor proprio, si crede giudice competente del proprio sapere: e così si innalzano statue in onore di illustri ignoranti.
In tutti i suoi vani sforzi, è vero, l’uomo non mostra di sapere: ma questo prova che egli fu creato per sapere e che se è nelle tenebre, ciò dipende dalla sua indolenza e non dalla sua struttura.
Ci furono in ogni tempo esseri privilegiati che uscirono dal cerchio ristretto delle conoscenze dei loro contemporanei: questi uomini, però, non solo furono rari, ma si credettero anche in obbligo di conservare il silenzio o quanto meno di avvolgere le loro idee in allegorie di cui il volgo non comprese mai il senso. Se qualcuno si trovava così fortunato da ottenere l’iniziazione, gli si imponeva anzitutto la legge sacra del silenzio: cerimonia che si osserva anche oggi in determinate occasioni.
Nei geroglifici e nelle allegorie degli antichi si trovano gli elementi delle scienze più utili. Benché certe persone non ci vedano che favole, cercatevi pure delle verità e le vostre ricerche non saranno affatto vane. […]
L’uomo, non c’è dubbio, è il più perfetto degli animali; ma gode egli dei suoi privilegi? Sa rendersi felice? Siccome prende raramente la strada della felicità, così osa dirsi con sicurezza che non potrebbe trovarla sopra la terra. Ci si forma idee chimeriche sulle intenzioni del Creatore; si parla di un delitto commesso dal primo uomo; si spiegano a rovescio le allegorie tracciate dai nostri avi e si finirebbe per non intendersi più se la Forza non pubblicasse di tempo in tempo delle leggi. […]
Tuttavia, lo ripeto, l’uomo era fatto per sapere molto. Colui che fu creato per primo non uscì dalle mani del Creatore in uno stato d’infanzia: il libro della Natura gli fu aperto e spiegato. Finché si limitò a questa lettura l’uomo conobbe la sua perfezione; quando se n’è allontanato ha corso il rischio di cadere nell’errore. […]
Uomini mortali, ricordatevi che non siete fatti soltanto di materia. Una porzione del Fuoco Celeste vi anima e non si distruggerà mai. Quella parte del vostro essere che voi chiamate anima può fare, e fa, grandi cose.
Malgrado tutti i privilegi che l’uomo ricevette dal Creatore, che cosa fa egli più degli altri animali? Come loro è soggetto alle malattie; si potrebbe anche aggiungere che se ne sa guarire meno di loro. Scorriamo le scienze e le arti, noi le vedremo dubitare di tutto, prendere in tutto false strade e smarrirsi nelle operazioni più semplici. E tuttavia la Natura lavora ogni giorno sotto i nostri occhi: essa parla, essa opera, e colui che la conoscesse perfettamente passerebbe forse per impostore o per ignorante. Qualche Filosofo Incognito si occupa di queste ricerche: ma il tempo di istruire il mondo in generale non è ancora venuto.
Si perviene allo studio delle scienze occulte attraverso una giusta nozione delle scienze conosciute. Le parole filosofia e filosofo di cui mi servo in quest’opera non hanno qui lo stesso significato che dà loro l’uso comune. I filosofi del giorno e i filosofi veri non sono la stessa cosa. Io do il nome di filosofo al vero saggio che porta le sue investigazioni sull’uomo stesso, che spiega le leggi della Natura, che conosce il cammino delle sue produzioni, che vede sulla terra qualche cosa di più che l’uomo comune.
(Tratto da Il Grande Libro della Natura, di Autore ignoto)